Perché si dice "lacrime di coccodrillo"? Si usa questo modo di dire - nella forma completa: " piangere lacrime di coccod...
Perché si dice "lacrime di coccodrillo"? Si usa questo modo di dire - nella forma completa: "piangere lacrime di coccodrillo" - per fare riferimento a una persona che finge di pentirsi per un'azione deplorevole compiuta o di provare profondo dispiacere per una situazione che, in realtà, non interessa affatto. Un detto diffusissimo non solo in Italia, ma anche in altre nazioni: in Inghilterra, per esempio, si dice "to shed crocodile tears".
"Piangere lacrime di coccodrillo" deriva da un famoso mito che narra di un'abitudine comune a tutti i coccodrilli, ovvero quella di piangere frequentemente: uesti anfibi verserebbero lacrime ogni volta che uccidono le loro prede, poiché assaliti dal senso di colpa; le femmine, inoltre, piangerebbero anche quando sono costrette a cibarsi dei propri cuccioli. Ma precisiamolo: si tratta solo di un mito, che ha ispirato persino l'Otello di William Shakespeare: 
 "Demonio, sì, demonio! Se la terra potesse partorire fecondata da lacrime di femmina, ogni goccia sarebbe un coccodrillo".
"Demonio, sì, demonio! Se la terra potesse partorire fecondata da lacrime di femmina, ogni goccia sarebbe un coccodrillo".
I fatti non stanno così, in realtà: i coccodrilli lacrimano sia per espellere sali dal proprio corpo  - visto che non sono muniti di ghiandole sudoripare - sia per lubrificare e ripulire il bulbo oculare. Le femmine "piangono", invece, soprattutto nel periodo in cui portano le uova nelle fauci per proteggerle da eventuali predatori: passano la maggior parte del tempo con la testa fuori dall'acqua e hanno perciò bisogno di inumidire maggiormente gli occhi.
Conoscevate già il significato di "piangere lacrime di coccodrillo"?

