La parola “sinistrare” è, anzitutto, un verbo di prima coniugazione (le coniugazioni dell'italiano , a differenza di quelle del la...
La parola “sinistrare” è, anzitutto, un verbo di prima coniugazione (le coniugazioni dell'italiano, a differenza di quelle del latino, sono tre: -are -ere -ire, per l'appunto). Scritto così, non è altro che un infinito presente che deriva dal nome "sinistro"; tecnicamente, dunque, definiamo questo verbo "denominale". Ma veniamo al dunque: cosa significa "sinistrare" e quali sono tutte le sue occorrenze?
Riprendiamo, per rispondere in modo esaustivo, ciò che scrive il vocabolario Treccani; se usato come intransitivo - quando non può reggere, cioè, un complemento oggetto - questo verbo può assumere ben due significati:
"A. (aus. avere)
Andare a traverso, anche nel sign. fig. di andare male, prendere una
brutta piega, avere un esito sfavorevole, e, con accezione partic.,
andare in fallo: e ’l caval di Rinaldo Non resse, e’ pie’ dinanzi sinistrorno (Pulci). B. Con la particella pronominale, sinistrarsi, infuriare, infuriarsi: cominciandosi [il ronzino] a sinistrare, e Alberto avendone grandissima paura, per lo migliore discese in terra (Sacchetti)".
Se transitivo, invece:
"A. Colpire, danneggiare con un sinistro: l’alluvione ha sinistrato centinaia di famiglie. B. ant. Interpretare in mal senso, volgere a un significato peggiore: Ma, lasso, che vo io torcendo in questi Vani pensier l’innamorata mente, E sinistrando il caro pegno amato, Che da sì nobil petto in don m’è dato? (Tassoni). Part. pass. sinistrato, anche come agg. e sost., nel sign. 2a".
Quanti di voi conoscevano questa parola?