Siamo realmente consapevoli delle nostre scelte oppure c’è una forza nascosta, pulsante, dentro di noi, che ci ordina di fare ciò che v...
Siamo realmente consapevoli delle nostre scelte oppure c’è una forza nascosta, pulsante, dentro di noi, che ci ordina di fare ciò che vuole? Arthur Schopenhauer era tormentato da questa domanda; poi giunse ad una conclusione: l’uomo non vive perché lo desidera, ma perché un essere intangibile (noumeno), chiamato voluntas, lo manipola. E il libero arbitrio? Pura illusione. L’essere umano si convince di essere il padrone delle sue scelte, ma è la volontà di vivere che opera al suo posto: è insaziabile, incausata, distruttrice, cieca. Il suo unico scopo è quello di trovare appagamento dalle cose terrene, spingendosi perfino a calpestare con disinvoltura gli altri esseri umani, per raggiungere così i suoi obbiettivi; peccato che la sua ingordigia non le permette mai di giungere ad uno stato di pieno soddisfacimento!
E l’uomo in tutto questo ci rimette: non è soddisfatto, quindi soffre. Non bisogna esaudire tutti i capricci della voluntas, anzi bisogna trovare il modo per sradicarla da noi stessi, e Schopenhauer trova una soluzione: annientarla con il procedimento di nolontà: “atto con cui la volontà, negando sé stessa e tutto il reale, raggiunge la liberazione dal dolore”.
Questo non vuol dire che per liberarsene l’uomo debba suicidarsi: deve invece allontanarsi per sempre dalle illusioni della realtà, per approdare, solo successivamente, al Nirvana, una dimensione di pace assoluta; usando una terminologia cristiana: l'“eterno riposo”. Badate bene che il filosofo del “velo di Maya” è un ateo convinto!
Voi credete, come lui, che dipendiamo da una forza sconosciuta?
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