Che cos'è il vuoto? Ci sono due definizioni che si possono dare, e Aristotele ne dà una personale attraverso la teoria del plenum.
Cos'è il vuoto? Aristotele ha cercato di definirlo con la "teoria del plenum", ma noi come lo concepiamo, come lo descriviamo? Sono quelle tipiche domande di cui conosciamo la risposta, ma non sappiamo bene come esprimerla ("Se non mi chiedono cosa sia il tempo, lo so, ma se me lo chiedono, non lo so"); quelle domande che solitamente hanno una doppia-risposta. Il vuoto, per esempio, può essere descritto in due modi differenti, e si dà una particolare spiegazione in base a cosa viene relazionato.
Il vuoto, inteso in modo assoluto, è "assenza di tutto". Quando invece ne restringiamo il concetto, descrivendolo come mancanza di qualcosa e non di tutto, può essere anche utilizzato, per esempio, per riferirsi a una casa spoglia, cioè senza mobilia; oppure a una città che, in una dato periodo dell’anno, “resta vuota”. La parola ha acquistato, con il tempo, anche un’altra sfumatura: dire “quella persona è vuota” significa che non ha sale in zucca, non sa ragionare; una persona poco intelligente, dunque, senza argomentazioni; e soprattutto, priva di sentimenti. Gli esempi, insomma, sono tanti.
La teoria del plenum di Aristotele
Ma ritorniamo alla domanda che ha aperto questo articolo: cos'è il vuoto? esiste realmente? Concepirlo è davvero un’impresa, dato che la nostra mente non riesce a comprendere qualcosa che non esiste, essendo, essa, un mosaico di cose viste o immaginabili.
Il vuoto è stato mai osservato da qualcuno? Un recipiente che non contiene nulla al suo interno può essere definito veramente “vuoto”? A quest’ultima domanda rispondere non è impossibile: anche se all’apparenza potrebbe sembrare che non contenga nulla, in realtà potrebbe avere all’interno granelli di polvere e tante altre cose che al nostro occhio limitato sfuggono.
Ci avviciniamo così alla teoria del plenum di Aristotele, secondo il quale ogni spazio esistente nell’universo è formato da atomi che sono tutti inestricabilmente uniti; che non lasciano, quindi, spazi vuoti. E si ritorna, quindi, alla concezione che l’uomo non riesce a concepire il vuoto, visto che non può essere dimostrata la sua esistenza.
Voi che ne pensate? Vi siete mai posti domande del genere? Se sì, a quale conclusione siete giunti?