Se alla domanda " si dice fracido o fradicio ? " non sapete dare una risposta, senza essere assaliti dai dubbi, non avete tutti i...
Se alla domanda "si dice fracido o fradicio?" non sapete dare una risposta, senza essere assaliti dai dubbi, non avete tutti i torti; quasi tutti rispondereste citando come forma corretta la parola "fradicio" e ritenendo assolutamente sbagliata la seconda. Ma come reagireste, se doveste scoprire che l'autore del Decameron, Giovanni Boccaccio, scrisse nella novella Lisetta da Messina qualcosa di diverso, e in particolare "con panni tutti stracciati e fracidi"?
L’aggettivo deriva proprio dal latino FRACIDUS, che non ha nulla a che vedere con le attestazioni odierne; ma non è finita qui: Dante Alighieri, per esempio, nell’ottavo canto dell’Inferno, scrisse: "Su per le sucide onde"; utilizzò, quindi, un aggettivo che noi conosciamo con la forma "sudicie": anche in questo caso, la parola ha subìto lo stesso cambiamento. E che dire di "spegnere" e "spengere"? Niente di diverso.
Questi aggettivi sono stati soggetti alla cosiddetta "metatesi"; il significato del termine fa riferimento a un fenomeno linguistico che si verifica quando si ha inversione di una o più lettere nel corpo della parola; i casi sono moltissimi, molti di più rispetto di quanto si possa immaginare ("interpretare" per "interpetrare", per esempio, ma non solo).
Inutile dirvi che la forma da preferire, anzi da utilizzare senza titubanza, è quella che si è affermata; quindi, "fradicio" e non "fracido" (anche se in molti dialetti accade l'esatto contrario).