Qual è il passato remoto dei verbi "prevenire" e "intervenire"? Un errore molto frequente coinvolge questa categoria di parole: si chiama "analogia" ed è un importante meccanismo di evoluzione della lingua italiana
Il passato remoto dei verbi "prevenire" e "intervenire"? Qualcuno potrebbe rispondervi proponendovi come forme corrette "prevenii" e "intervenì", ma sbaglierebbe di grosso: le due parole vanno sostituite con "prevenni" e "intervenne" (quindi anche con "prevenne" e "intervenni"). Siamo in presenza, infatti, di due composti del verbo "venire", che seguono - così come "soddisfare", composto di -fare, "interdire", composto di -dire, e molti altri ancora - la coniugazione del verbo base.
Nel dettaglio, dato che "venire" alla prima persona singolare del suo passato remoto fa "venni" (e non *venii), "prevenire" farà "prevenni", "prevenne" e così via. E che dire di "intervenire"? La spiegazione è la stessa: si dice e scrive "intervenne" e non *intervenì.
Il passato remoto dei due verbi è, insomma, il seguente:
Verbo prevenire
Io prevenni
Tu prevenisti
Egli prevenne
Noi prevenimmo
Voi preveniste
Essi prevennero
Verbo intervenire
Io intervenni
Tu intervenisti
Egli intervenne
Noi intervenimmo
Voi interveniste
Essi intervennero
Il discorso, ovviamente, vale per la maggior parte dei verbi composti: parliamo di un errore molto frequente che consiste nella "regolarizzazione del paradigma" di un verbo che regolare non è; in altri termini, abituato a forme come "fui", "sentii", "costruii" e così via, il parlante tende a ricondurre proprio a queste parole quelle che non hanno nulla a che vedere con tale tipo di paradigma: si chiama "analogia" e più che definirla "errore" andrebbe definita come meccanismo di evoluzione di qualsiasi lingua.