Tra quattro mesi chi vorrà il permesso di soggiorno in Italia dovrà sostenere una serie di esami che daranno allo straniero la possib...
Tra quattro mesi chi vorrà il permesso di soggiorno in Italia dovrà sostenere una serie di esami che daranno allo straniero la possibilità di conoscere meglio il nostro Paese: questi test sono finalizzati ad accertare sia il corretto utilizzo della lingua, sia la conoscenza globale della storia e delle tradizioni italiane. Obiettivo dello straniero, perciò, sarà quello di svolgere correttamente ogni esame, conseguendo, così, il numero giusto di crediti. Ecco a grandi linee come funziona il sistema.
La norma, introdotta diversi giorni fa, entrerà ufficialmente in vigore fra quattro mesi e permetterà allo straniero, con la dovuta applicazione, di raggiungere un livello A2 di lingua italiana, di conoscere i principi più importanti della Costituzione (che nemmeno noi italiani, e tanti politici, conosciamo bene), ma anche quelli delle istituzioni pubbliche e della vita civile, di garantire un certo livello di istruzione ai figli, e infine di assolvere a tutti gli obblighi fiscali e contributivi (e anche su questo si potrebbe discutere per ore e ore).
Appena lo straniero sottoscrive l’accordo, e si impegna a raggiungere gli obiettivi fissati, gli vengono assegnati 16 crediti, che corrispondono a una conoscenza della lingua di livello A1: ancora insufficiente, dato che dovrà raggiungere quello A2. Questo accordo ha durata biennale e prevede che vengano raggiunti complessivamente 30 o più punti, che potranno essere ulteriormente aumentati o decurtati, a seconda dei casi: se lo straniero dovesse partecipare a corsi, conseguire titoli di studio, onorificenze e via discorrendo, guadagnerà logicamente più punti; se invece dovesse venire condannato, ad esempio, per un qualsiasi reato, succederà tutto il contrario.
Lo Stato dà allo straniero solo la possibilità di seguire un corso gratuito - ci mancherebbe altro - sulla formazione civica e di informazione sulla vita in Italia della durata di un solo giorno. Se il 'corsista' non dovesse parteciparvi perderà dai 15 ai 16 punti.
L'esame dovrà essere sostenuto circa un mese prima della scadenza dell’accordo: lo sportello unico per l’immigrazione invierà al diretto interessato la richiesta di presentare, entro 15 giorni, la documentazione necessaria per il riconoscimento dei crediti; dopodiché potrà affrontare il test, cercando di raggiungere 30 o più crediti. Qualora il risultato dovesse essere compreso tra 1 e 29, ci sarà la proroga per un anno.
Voi cosa ne pensate: è giusto o sbagliato?
La foto è tratta da Pixabay.com
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