Il mito della 'biga alata ' (o del carro e dell’auriga) è uno dei racconti più famosi del Fedro di Platone. . Se nel mito dell...
Il mito della 'biga alata' (o del carro e dell’auriga) è uno dei racconti più famosi del Fedro di Platone.. Se nel mito della caverna, il filosofo si sofferma sui concetti di 'conoscenza' e 'ignoranza', in questo spiega come l’anima - dotata di una triplice natura, una 'razionale', una 'malvagia' e una 'benevola' - giunga nel mondo dell’idee e come essa si reincarni in un nuovo essere umano.
Platone immagina una fantastica biga, guidata da un auriga, simbolo della ragione, che ha come unico scopo, quello di trasportare l’anima nell’iperuranio (il già citato 'mondo delle idee'), una dimensione dove regnano beate le idee perfette.
In questo viaggio, secondo il filosofo greco, si verificano sempre delle complicazioni: a trainare la biga ci pensano due cavalli, uno nero e uno bianco, che seguono, però, due percorsi diversi; quello nero, che rappresenta la parte più concupiscibile dell’anima, vittima del desiderio, cerca, con tutte le sue forze, di trascinarla verso il basso, in direzione del mondo sensibile; quello bianco, simbolo della purezza e della nobiltà dell’anima, simbolo dei sentimenti mossi da amore vero, spinge la biga verso l’iperuranio.
L’auriga non può in nessun modo domare i due cavalli: la sua funzione è solo quella di mostrare la strada per quel mondo perfettissimo. Se dalla battaglia esce vittorioso il cavallo del male, l’anima sarà costretta a ritornare in men che non si dica sulla terra, con tutte le conseguenze che questo comporta; se è il cavallo del bene ad avere la meglio, allora la biga potrà giungere nell’iperuranio, e ammirare quelle idee che la purificheranno dal male e dall’ignoranza, inizializzando quello che viene definito 'processo catartico': l’anima prenderà le sembianze, nel mondo sensibile, di un essere superiore agli altri, con sentimenti puri e grande intelligenza.
E voi, credete nell’esistenza dell’anima? Oppure pensate sia solamente un fantoccio del nostro cervello?
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