Se per gran parte dell'Italia " spengere " è una forma decisamente scorretta, per la Toscana non lo è affatto. Alla doman...
Se per gran parte dell'Italia "spengere" è una forma decisamente scorretta, per la Toscana non lo è affatto. Alla domanda "si dice 'spengere' o 'spegnere'" un toscano potrebbe mostrare, infatti, non poche perplessità . A spiegarci il motivo di una tale titubanza è l'Accademia della Crusca, che si è avvalsa dell'aiuto della celebre Grammatica Italiana di Luca Serianni.
"In Toscana - così esordiscono gli accademici - la forma più comune è spengere, variante presente anche nella prosa letteraria, soprattutto di scrittori toscani. La Letteratura Italiana Zanichelli
(LIZ) ci offre attestazioni nelle opere di Collodi, Tozzi, Pratesi,
Cassola. Ad ogni modo - proseguono, citando Serianni - 'è significativo il fatto che in scrittori di
altre regioni, anche molto sensibili al modello toscano, predomini
generalmente spegnere'".
Quella che per i non-toscani è una forma scorretta, insomma, ha alle sue spalle persino delle attestazioni letterarie, il cui modello, però, non è stato seguito sempre e comunque, anche da scrittori che hanno mostrato una certa predilezione per il modello toscano (si pensi ad Alessandro Manzoni e alla sua idea sulla lingua italiana, che per anni lo ha contrapposto a Graziadio Isaia Ascoli, oppure a Luigi Pirandello).
L'Accademia della Crusca fornisce anche altre documentazioni, citando la nota Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti di Gerhard Rohlfs, nella quale l'autore spiega come cambia il nesso ng davanti a vocale palatale (e i) e sottolinea che nella
lingua letteraria del Medioevo non era raro trovare accanto a "pungere" forme equivalenti come "pugnere"; lo stesso vale per "spegnere"/"spengere", "mungere"/"mugnere" e così via. Le varianti con il nesso gn erano caratteristiche della lingua antica di Firenze; quelle con ng, invece, della Toscana occidentale.
Tra ‘spegnere’ e ‘spengere’, quindi, un toscano potrebbe scegliere proprio "spengere", e non sbagliando. Ne facciamo, insomma, più che una questione di correttezza/scorrettezza, qualcosa che riguarda lo stile e che potrebbe essere accettato, dunque, senza difficoltà . Essendo "spengere" forma piuttosto rara, però, il consiglio è quello di optare per la forma più comune, "spegnere" per l'appunto.
Precisato questo, e rimandandovi alle ulteriori considerazioni del sito ufficiale dell'Accademia della Crusca, vediamo come il Sabatini-Coletti spiega il verbo:
1. Far cessare di ardere qualcuno. SIN estinguere: s. la candela; in senso fig., smorzare qualcuno., attutirne la forza o gli effetti: s. le passioni;
2. Interrompere il funzionamento di una fonte di luce o di calore, di un apparecchio elettrico o simili, azionando l'apposito interruttore: s. la luce, il gas; s. i fari.
Sul riflessivo "spegnersi", invece, il vocabolario dice:
1. Cessare di bruciare; in senso fig., estinguersi, venir meno: l'entusiasmo si sta spegnendo; detto di persona, morire;
2. Detto di fonte di luce o di calore, o di apparecchio elettrico o sim., smettere di funzionare.