Cartesio è sicuro che l’uomo possiede un’ anima in grado di renderlo perfetto, pur avendo un corpo simile a una grande, ma inimitabile, ...
Cartesio è sicuro che l’uomo possiede un’anima in grado di renderlo perfetto, pur avendo un corpo simile a una grande, ma inimitabile, macchina, destinata inesorabilmente a perire, in quanto soggetta alle leggi della natura. Questo destino, però, non tocca allo spirito, libero e immortale, che, nonostante conviva in armonia con il corpo, ha una ruolo assolutamente differente. Il filosofo francese è riuscito a spiegare questa apparente contraddizione, studiando il cervello: pur essendo costituito da due zone identiche, possederebbe un’unica ghiandola pineale, dove l’anima risiederebbe e avrebbe continui contatti con le sensazioni provenienti dal corpo; è proprio grazie allo spirito, a cui il filosofo fa corrispondere il puro cogito, che riusciamo, quindi, a percepire tutte le cose del mondo.
Ne Le passioni dell’anima spiega accuratamente questa sua ‘scoperta’:
Articolo XXXI - C’è una piccola ghiandola nel cervello, nella quale l’anima esercita le sue funzioni più particolarmente che nelle altre parti. [...] la parte del corpo in cui l’anima esercita immediatamente le sue funzioni non è assolutamente il cuore e neanche l’intero cervello, ma soltanto la più interna delle sue parti, che è una certa piccolissima ghiandola, situata nel mezzo della sua sostanza e sospesa al di sopra del condotto attraverso cui gli spiriti dalle sue cavità anteriori sono in comunicazione con quelli della posteriore, in modo tale che i più piccoli movimenti che avvengono in essa contribuiscono molto a mutare il corso di questi spiriti e, inversamente, i più piccoli cambiamenti che si producono nel corso degli spiriti contribuiscono molto a cambiare i movimenti di questa ghiandola.
Starete pensando che al tempo di René Descartes, per elaborare una teoria del genere, le conoscenze scientifiche fossero davvero poche, e probabilmente avete ragione perché così la pensano molti scienziati che, pur dando per scontata l’esistenza di questa ghiandola, dichiarano che ha ben diverse funzioni da quelle intuite dal matematico: ha il compito di rilasciare la melatonina, che, come sapete, è un ormone.
Altri studiosi del ‘caso’, invece, sottoponendo alcuni volontari a un test dove veniva chiesto loro di meditare, hanno riscontrato che proprio durante questa attività di rilassamento e riconciliazione col mondo e con il proprio io, veniva sollecitata molto la ghiandola pineale. Che sia, questo, la prova di ciò che asserì Cartesio?
Pascal Ciuffreda