Capita spesso di avere dubbi sulla formazione del plurale di "Natale" , "Pasqua" e così via, vale a dire dei nomi d...
Capita spesso di avere dubbi sulla formazione del plurale di "Natale", "Pasqua" e così via, vale a dire dei nomi di festività e celebrazioni ricorrenti. E se state pensando che saranno i linguisti a risolverbi tutti i dubbi sul 25 dicembre, vi sbagliate di grosso: un po' come avviene per il femminile della parola "ministro" - che è uno fra i casi più eclatanti -, anche per questa parola le proposte sono diverse: cerchiamo di analizzarle assieme.
Essendo "Natale" un nome proprio (contraddistingue, infatti, una determinata festa rispetto a tutte le altre), non dovrebbe essere flesso al plurale. Una frase come "Tutti i Natale vado a casa dai nonni", quindi, va considerata corretta, anche se stride con la regola grammaticale; sapete bene, infatti, che i plurali terminano con la -i.
Qualora foste indecisi sul da farsi, e proprio non vogliate darla vinta alla grammatica, potete comunque utilizzare degli escamotage: basta scrivere o dire "la sera di Natale" oppure "il giorno di Natale" e tutto è risolto; si potrebbe far leva su altri accorgimenti, alcune espressioni temporali per esempio, e allora la frase potrebbe diventare "tutti gli anni, il giorno di Natale vado a casa dai nonni"; le soluzioni, insomma, sono tante.
Se proprio neanche queste dovessero convincervi, sappiate che "tutti i Natali vado a casa dai nonni" non è stupenda come frase, ma neanche completamente inaccettabile. Alla domanda "qual è il purale di Natale?" siete in grado di dare una risposta: perché arrendersi all'uso anche dinanzi a un nome proprio?
Se proprio neanche queste dovessero convincervi, sappiate che "tutti i Natali vado a casa dai nonni" non è stupenda come frase, ma neanche completamente inaccettabile. Alla domanda "qual è il purale di Natale?" siete in grado di dare una risposta: perché arrendersi all'uso anche dinanzi a un nome proprio?