Esistono parole chiamate sinonimi che non sono simpatiche proprio a tutti, in particolar modo a chi ha una certa padronanza della lingua...
Esistono parole chiamate sinonimi che non sono simpatiche proprio a tutti, in particolar modo a chi ha una certa padronanza della lingua; non che chi le usi non la abbia, ma c'è chi, essendo convinto che ogni parola abbia un significato ben preciso, è altrettanto sicuro del fatto che non possa essere rimpiazzata da altre. Il sinonimo, infatti, ha la funzione di sostituire una parola che ha un significato simile o affine al suo; esempi di sinonimo sono abitazione e casa oppure ragazzo e giovane e via dicendo.
Sulla sinonimia si potrebbe discutere moltissimo: come vi dicevo, non tutti apprezzano l'uso di parole altre rispetto a quella originaria; è vero, infatti, che il sinonimo può sostituire il lemma, ma è altrettanto vero che il significato di cui è portatore non è identico a quello del sostituto, ma affine. Ci saranno sempre delle sfumature diverse, insomma, tra un lemma e l'altro: è proprio questo che mette in evidenza chi non vede di buon occhio i sinonimi, credendo fortemente nell'autonomia, la piena autonomia, di ogni singola parola.
Il concetto di geosinonimo è piuttosto particolare ma non difficile da afferrare: si tratta di parole tipiche di una determinata area linguistica (possono essere considerati a tutti gli effetti dei regionalismi), che fanno riferimento a uno stesso concetto. Vediamo cosa dice la Crusca a tal proposito:
[...] Esempi classici sono le espressioni, diverse nelle varie parti d'Italia, che si usano per 'marinare la scuola': bucare o tagliare in Piemonte, fare sega a Roma, fare forca a Firenze, fare lippe, fare buco, fare filone, bigiare, ecc.; oppure le denominazioni di anguria al nord, cocomero in Toscana e al centro e mellone d'acqua
al sud: sono tutte espressioni che hanno una precisa localizzazione e
che non sempre trovano corrispondenze in forme dialettali della stessa
area.
L'esempio è perfetto. Avete ancora dubbi?
Mik