Il prossimo obiettivo del Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo e Guido Tabellini (Rettore della Bocconi ) è quello di sempli...
Il prossimo obiettivo del Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo e Guido Tabellini (Rettore della Bocconi) è quello di semplificare e ridurre la durata del percorso scolastico, per dare la possibilità ai ragazzi che non intendono minimamente studiare di affacciarsi subito al mondo del lavoro. Il primo passo da fare sarebbe quello di fissare l'obbligo a 16-17 anni. Il secondo, invece, sarebbe finalizzato all'abolizione dell'ultimo anno delle scuole superiori, o meglio a una sua trasformazione: diventerebbe, così, un anno di orientamento per dare la possibilità ai giovani di scegliere se iscriversi a una università adeguata alle proprie capacità e alla proprie passioni oppure se percorrere la strada - difficile da trovare - del lavoro.
La prima proposta è stata pensata da Profumo, la seconda da Tabellini. Due idee che, secondo il preside dell'Itcg Bandini di Siena, Claudio Cereda, sono assolutamente inconciliabili:
Questioni di questo genere andrebbero affrontate nell’arco di un progetto organico di riforma dei cicli scolastici - dichiara Cereda in una recentissima intervista a ilsussidiario.net -. L’ultima volta che è stato fatto fu all’epoca del ministro Berlinguer. Nel suo progetto, oltretutto,
c’era l’idea di prolungare l’obbligo scolastico sino ai 18 anni. Il dibattito è relativo agli anni scolastici obbligatori che, a seconda
del punto di vista politico, oscillano tra i 16 e i 18. In particolare - continua -,
l’obbligo a 18 anni è una vecchia battaglia del centrosinistra mentre il
centrodestra, spesso, ha sostenuto che sia 16 l’età giusta, salvo il
fatto che vige una sorta di diritto/dovere a studiare almeno sino ai
18. Ebbene: credo che Destra e Sinistra farebbero meglio a smetterla di
litigare su questioni nominali per concentrarsi sulle prioritÃ
sostanziali.
Abbassare l'obbligo scolastico non potrà che avere, secondo Cereda, un risvolto positivo:
Non è tanto importante fissare
l’obbligo a 16 o a 18 anni, ma trovare una soluzione per tutti quei
ragazzi che, ad esempio, a 18 anni non hanno ancora ottenuto la
promozione in seconda. Il tasso di dispersione scolastica, infatti, in
Italia è ancora estremamente alto.
Dunque, conviene gettare i giovani ragazzi nell'impossibile (quasi) mondo del lavoro, oppure bisogna far apprezzare loro le materie che sono (quasi) obbligati a studiare, piegando la loro volontà ?