Non si fa altro che parlare di liberalizzazione in questo periodo, anche delle università , a causa della grave crisi che l'Italia ...
Non si fa altro che parlare di liberalizzazione in questo periodo, anche delle università, a causa della grave crisi che l'Italia intera sta vivendo. Ieri, per fortuna, il governo ha dovuto rinunciare all'abolizione del valore legale della laurea, non solo a causa dell'opposizione degli studenti e dei professori, ma anche per via della motivata intransigenza di alcuni ministri. I cambiamenti introdotti da Francesco Profumo, con il pieno appoggio del Premier Mario Monti, riguardano, però, non solo il diploma di laurea.
Anzitutto, sarà l'online a guidare le scelte del Ministero dell'Istruzione: le iscrizioni e lo scambio di informazioni avverranno esclusivamente per via telematica. Saranno evitate, così, le file lunghissime e i pomeriggi interi trascorsi nei corridoi o chissà dove per attendere il proprio turno. Ma l'Agenda digitale va oltre alla semplice richiesta di informazioni. Il ministro, infatti, è anche intervenuto sugli esami, sottolineando che 'la verbalizzazione, la registrazione degli
esiti degli esami, di profitto e di laurea, sostenuti dagli studenti
universitari [avverrà ndr] solo e con modalità informatiche'.
Torniamo al voto di laurea: non c'è stata l'abolizione del valore legale del diploma, certo, ma il governo dei professori ha stabilito che per partecipare ai concorsi pubblici non sarà più necessario avere un determinato punteggio: chiunque, purché laureato, potrà concorrere per l'ottenimento del posto.
Dulcis in fundo, l'abolizione del limite insensato di 40mila euro lordi all'anno per diventare docenti universitari. Secondo quanto stabilito dalla Riforma Gelmini, infatti, bisognava percepire un tale reddito per poter aspirare a un contratto di docenza. Niente di più assurdo. Per fortuna, di questo limite è stata cancellata qualsiasi traccia.
A conti fatti, dunque, il mondo universitario non è stato stravolto. Meglio così.