Cosa significa "fa-fo-fu"? Ecco perché la parola non piacerà ai più mangioni
La parola nuova di oggi è una di quelle che non piacerà affatto a chi è abituato a deliziarsi con cibi ipercalorici in qualche McDonald's o, perché no, seduto davanti al televisore di casa, con in mano una fetta di pane e nutella (che, a dire il vero, qualche volta non fa male). Ma cerchiamo di rendere concreto questo nuovo appuntamento con la lingua italiana.
A fare la sua comparsa è "fa-fo-fu", che non è proprio una parola, trattandosi di un acronimo costituito, molto probabilmente, dalle iniziali di fast food future 'i cibi veloci del futuro'; per il momento, non è ancora presente in alcun dizionario: il lemma è stato proposto, infatti, dall'aggiornato Treccani.it, che ha riportato a titolo d'esempio lo stralcio di un articolo scritto da L'Espresso il 31 dicembre del 2003:
"Verdure grigliate, prodotti mediterranei e porzioni più piccole attendono gli user del 'fa-fo-fu', il fast food del futuro, come anticipa l'inchiesta americana Aramark che rivela come più della metà dei 40 mila clienti di 300 esercizi cerchi già cibi a scarso indice di grassi".
"Fa-fo-fu", quindi, sta a indicare, secondo l'uso che ne ha fatto l'autore dell'articolo, i cibi che, con bassa presenza di grassi - bassissima, a quanto pare -, soddisfano l'esigenza di chi vuole mangiare velocemente (non si parla di hamburger, ovviamente, visto che il requisito indispensabile è il basso indice di lipidi).
Meglio i fa-fo-fu o un bel piatto di pasta?