"Nonostante che" è un avverbio? Quale proposizione o complemento introduce? Si può scrivere anche "nonostante" Scopriamo tutti i segreti della parola
Oggi affrontiamo tutti i dubbi legati alla parola "nonostante", vale a dire qual è la forma consigliata (cioè se conviene scrivere "nonostante" o "nonostante che"), quali sono le sue funzioni, quindi che tipo di proposizione introduce. Potrebbero sembrare questioni scontate, ma non lo sono affatto, se considerate che in data 13.06 Google suggerisce tra le sue ricerche "'nonostante' che avverbio è": a sbagliare, ovviamente, non è il motore di ricerca, che si limita semplicemente a fornire informazioni sulle domande più frequenti della rete, ma coloro che cercano dritte e suggerimenti.
Va subito detto, infatti, che "nonostante che" o "nonostante" sono due parti del discorso che non possono svolgere la funzione di avverbio: la prima è una locuzione congiuntiva e la seconda, una congiunzione; entrambe hanno valore concessivo, quindi introducono un complemento e una proposizione dello stesso tipo: la proposizione o il complemento concessivi indicano la circostanza nonostante la quale si verifica qualcosa; vediamo i seguenti esempi:
Non è difficile afferrare il concetto: "anche se il ragazzo si è impegnato", il "compito è andato male". Nel primo caso parleremo di complemento concessivo; nel secondo, invece, di proposizione concessiva (visto che c'è un verbo).
Introduce il complemento e la proposizione concessivi
Va subito detto, infatti, che "nonostante che" o "nonostante" sono due parti del discorso che non possono svolgere la funzione di avverbio: la prima è una locuzione congiuntiva e la seconda, una congiunzione; entrambe hanno valore concessivo, quindi introducono un complemento e una proposizione dello stesso tipo: la proposizione o il complemento concessivi indicano la circostanza nonostante la quale si verifica qualcosa; vediamo i seguenti esempi:
- Nonostante l'impegno, il compito è andato male;
- Nonostante tu ti sia impegnato, il compito è andato male.
Non è difficile afferrare il concetto: "anche se il ragazzo si è impegnato", il "compito è andato male". Nel primo caso parleremo di complemento concessivo; nel secondo, invece, di proposizione concessiva (visto che c'è un verbo).
Si dice "nonostante che" o "nonostante"?
Ma veniamo alla questione stilistica: si dice "nonostante che" o "nonostante"? La forma più corretta è quella con "che" (perché "nonostante" deriva da "non ostante", che reggeva generalmente una proposizione dichiarativa, introdotta proprio da "che"); oggi il "che" viene molto spesso sottinteso perché rende meno scorrevole la lettura di una qualsiasi frase rispetto alla forma "semplificata"; prendete in considerazione, per esempio, i seguenti casi:- Nonostante che tu sia stato bravo, non ti ho voluto premiare;
- Nonostate tu sia stato bravo, non ti ho voluto premiare.
La seconda frase è sicuramente più leggibile della prima; ecco perché sottintendere "che" è assolutamente legittimo; anzi, preferibile.
Ultima osservazione: con la locuzione "nonostante che" e con la congiunzione "nonostante" si utilizza il congiuntivo o l'indicativo? La risposta è una sola: il primo. Se doveste utilizzare per sbaglio un indicativo dopo queste parti del discorso, fareste meglio a correggerlo subito (per tutti gli altri casi in cui il congiuntivo è obbligatorio, vi rimandiamo a questo speciale sul corretto uso dei due tempi verbali).
"Nonostante (che)": congiuntivo o indicativo?
Ultima osservazione: con la locuzione "nonostante che" e con la congiunzione "nonostante" si utilizza il congiuntivo o l'indicativo? La risposta è una sola: il primo. Se doveste utilizzare per sbaglio un indicativo dopo queste parti del discorso, fareste meglio a correggerlo subito (per tutti gli altri casi in cui il congiuntivo è obbligatorio, vi rimandiamo a questo speciale sul corretto uso dei due tempi verbali).
Ricordate, infine, che "nonostante" può essere preceduto anche da "ciò" nelle forme "ciò nonostante" e "ciononostante"; in questo caso, ovviamente, il suo valore resta sempre concessivo.