Nella scuola media " Giulietti " di Casteggio è nato un conflitto fra i genitori di una alunna dislessica e i suoi insegnan...
Nella scuola media "Giulietti" di Casteggio è nato un conflitto fra i genitori di una alunna dislessica e i suoi insegnanti. Perché? Il motivo è semplice: la studentessa, avendo difficoltà nell'apprendimento, sarebbe stata bocciata dai professori non per scarsa volontà , ma per l'impreparazione dei docenti, incapaci di permettere ai ragazzi che si trovano in tali situazioni di crescere culturalmente. Questa, almeno, è la tesi sostenuta dai genitori della giovane; per contro, gli insegnanti hanno affermato che la ragazza si è sempre rifiutata di metterci impegno nelle materie che avrebbe dovuto studiare.
"La bambina non è mia figlia ma è come se lo fosse - dice Filippo Sciortino, compagno di Elena Chelariu, la mamma della giovane - Due anni fa, alle elementari di Bastida Pancarana, le maestre si sono accorte che aveva problemi di apprendimento per dislessia. Siamo quindi andati al Don Gnocchi di Salice per ottenere la certificazione e fare corsi di sostegno. Pensavamo che la 'Giulietti' di Casteggio fosse attrezzata",
La scuola, però, non ha dimostrato di avere gli strumenti e il personale docente adatto per occuparsi dell'alunna:
"Ci dicevano che la bambina non si impegnava e alla fine l’hanno bocciata. Abbiamo chiesto alla scuola di attivare le previste procedure di sostegno per questi casi, ma secondo noi i docenti non hanno fatto proprio nulla. Ci hanno detto che per lei non era previsto un insegnante di sostegno perché la dislessia non è un handicap. Quindi l’hanno considerata una bambina al livello delle altre anche se la piccola era chiaramente in difficoltà "
"Ci dicevano che la bambina non si impegnava e alla fine l’hanno bocciata. Abbiamo chiesto alla scuola di attivare le previste procedure di sostegno per questi casi, ma secondo noi i docenti non hanno fatto proprio nulla. Ci hanno detto che per lei non era previsto un insegnante di sostegno perché la dislessia non è un handicap. Quindi l’hanno considerata una bambina al livello delle altre anche se la piccola era chiaramente in difficoltà "
E poi ancora:
"Dicevano che mia figlia quando la rimproveravano perché non studiava aveva un atteggiamento di menefreghismo. Ma io la conosco. Era la sua difesa davanti alle umiliazioni. Non dimentichiamo che i bambini di quell’età sanno essere molto crudeli: chissà cosa le dicevano dopo che i professori l’avevano sgridata".
"Dicevano che mia figlia quando la rimproveravano perché non studiava aveva un atteggiamento di menefreghismo. Ma io la conosco. Era la sua difesa davanti alle umiliazioni. Non dimentichiamo che i bambini di quell’età sanno essere molto crudeli: chissà cosa le dicevano dopo che i professori l’avevano sgridata".
Del parere opposto, ovviamente, è il direttore della scuola, Giancarlo Giorrini:
"Abbiamo attivato con lei tutto quanto previsto dalla legge nazionale e dai vari protocolli di applicazione: interventi compensativi e sostitutivi per venire incontro alle sue difficoltà , con una didattica personalizzata. Uso della calcolatrice durante le prove di matematica, più tempo per i compiti in classe, lettura ad alta voce, uso del computer se richiesto. La scuola ha sempre avuto un dialogo con i genitori, spiegando la situazione. Ma se l’alunna non si applica per niente e chiude con sette materie insufficienti, non si può promuoverla".
"Abbiamo attivato con lei tutto quanto previsto dalla legge nazionale e dai vari protocolli di applicazione: interventi compensativi e sostitutivi per venire incontro alle sue difficoltà , con una didattica personalizzata. Uso della calcolatrice durante le prove di matematica, più tempo per i compiti in classe, lettura ad alta voce, uso del computer se richiesto. La scuola ha sempre avuto un dialogo con i genitori, spiegando la situazione. Ma se l’alunna non si applica per niente e chiude con sette materie insufficienti, non si può promuoverla".
Bisogna credere alla professionalità del direttore o alle parole di una famiglia delusa per la bocciatura della propria figlia?