I tagli alla scuola pubblica sono troppi: oltre ad aver ridotto il numero di insegnanti e cancellato spese che, almeno per il governo M...
I tagli alla scuola pubblica sono troppi: oltre ad aver ridotto il numero di insegnanti e cancellato spese che, almeno per il governo Monti, sono totalmente inutili, si è deciso di risparmiare anche sul riscaldamento; ciò significa che nella stagione fredda un numero massiccio di scuole avrà i termosifoni spenti: i tagli di 500 milioni di euro non lasciano davvero più alcuna speranza.
Le province italiane non hanno molto tempo per decidere: dovranno scegliere se usare, come ogni anno, i caloriferi, o se, invece, tenerli al muro come ornamenti; se opteranno per la seconda alternativa, ci saranno più giorni di vacanza per Natale.
Per Antonio Saitta - presidente della Provincia di Torino e dell'Unione Province italiane - la questione non si dovrebbe proprio porre:
Per Antonio Saitta - presidente della Provincia di Torino e dell'Unione Province italiane - la questione non si dovrebbe proprio porre:
"Ora bisogna dire basta. Bisogna aprire uno scontro con gli organi dello Stato: quando vediamo che le lobby si organizzano e vengono ricevute e noi che siamo un pezzo dello Stato no, ciò significa che dobbiamo alzare il tono. Credo che, in questa situazione, dobbiamo assumere un'iniziativa comune in tutte le province per far capire alle classi dirigenti cosa vuol dire il taglio di 500 milioni per il 2012 e di 1,2 miliardi per il 2013".
E poi ancora:
"I 500 milioni di euro di taglio sul 2012 non sono sopportabili. Andremo anche al Csm perché ci dica se dobbiamo applicare la legge sull'edilizia scolastica o le restrizioni del Patto di stabilità e andremo anche alla Corte dei Conti".
I tagli alla scuola complicheranno senz'altro la vita scolastica:
"Abbiamo spiegato al governo - afferma sempre Saitta - che con questi tagli non si interviene su sprechi ma si cancella tutto. Con l'inverno alle porte non potremo più togliere la neve dalle strade, non abbiamo soldi per fare la manutenzione delle scuole né quella straordinari per mettere in sicurezza gli edifici, né quella ordinaria: non sappiamo come pagare le bollette di luce, gas,
acqua, telefono. Per questo, se il governo non ci ascolterà , a Natale saremo costretti a chiudere le scuole prima del tempo".
Non ci resta che aspettare la decisione che verrà presa dalla province: i professori si armeranno di stufette? Oppure sarà per tutti un Natale davvero particolare?