Si dice “benevolo” o “benevole”? La risposta sta nella storia dell' aggettivo qualificativo : derivando dal latino maschile BENEV...
Si dice “benevolo” o “benevole”? La risposta sta nella storia dell'aggettivo qualificativo: derivando dal latino maschile BENEVOLUS, infatti, l’unica forma possibile è proprio "benevolo"; gli studiosi di grammatica storica - e cioè di quel metodo che individua i mutamenti che sono avvenuti nel passaggio dal latino alle lingue romanze come l'italiano - sono arrivati a concludere che gli aggettivi latini della seconda declinazione, terminanti in -US, corrispondono ai nostri in -o (cade la -S finale e la U diventa o chiusa); ecco perché BENEVOLUS diventa "benevolo" e non *benevole.
Pure "malevolo" non va sostituito con *malevole, poiché deriva anch'esso da MALEVOLUS e ha subito, di conseguenza, gli stessi cambiamenti.
Il linguista Aldo Gabrielli nel suo Si dice o non si dice? spiega che il suffisso –evole è utilizzato dai parlanti per analogia con "dilettevole", "piacevole" e così via: è un meccanismo di mutamento della lingua che consiste nella diffusione di forme simili a quelle regolari (basti pensare al caso di "soddisfare", il cui gerundio non è "soddisfando" ma "soddisfacendo", e non solo).