I verbi servili (o modali) rappresentano una categoria molto discussa dai grammatici : gli studiosi non concordano né sulle loro caratte...
I verbi servili (o modali) rappresentano una categoria molto discussa dai grammatici: gli studiosi non concordano né sulle loro caratteristiche né sugli elementi che compongono il gruppo. Qui prenderemo in considerazione, però, ciò che la grammatica tradizionale dice, con riferimento a Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi del linguista Luca Serianni, senza tralasciare, però, considerazioni di vario tipo.
Anzitutto, va messo in evidenza sin da subito che:
- I verbi servili sono "potere", "dovere" e "volere"; anche "solere" e "sapere", nei significati di "essere capace" e "essere in grado di";
- Questi verbi reggono sempre e direttamente l'infinito (fatta eccezione per "sapere", quando ha il significato di "riconoscere", "essere consapevole").
Vediamo alcune frasi per rendere meglio il concetto:
- Non posso venire a scuola
- Vuole favorire?
- Credo che tu debba chiedere scusa
Come vedete, i verbi servili reggono direttamente un infinito (senza preposizioni o altre parti del discorso, quindi) e conferiscono, dal punto di vista semantico, una particolare modalità all'azione, nel senso che "potere" indica la possibilità ; "volere", la volontà ; "dovere", invece, la necessità .
In alcuni casi, però, il verbo servile assume una sfumatura molto particolare; parliamo soltanto di "dovere" e "potere", però, e non di "volere"; i primi due, infatti, possono assumere anche un senso "epistemico" e un senso "deontico"; tra i seguenti due esempi proponiamo proprio l'ultimo delle precedenti tre frasi:
- Credo che tu debba chiedere scusa
- Ha preso una borsa di studio: deve essere proprio brava!
Il primo è un esempio di utilizzo del verbo servile con senso "deontico", perché è legato a una "situazione - spiega Luca Serianni - in cui un'azione dipende dalla volontà , dal desiderio o dal bisogno di un altro soggetto, diverso da quello del verbo modale". Nella fattispecie del caso, è un'altra persona a credere che il suo interlocutore debba chiedere scusa.
Il secondo mette in evidenza il senso "epistemico", che consiste nell'utilizzo del verbo per indicare la valutazione obiettiva di un fatto ritenuto probabile o possibile: il soggetto, infatti, ipotizza che la ragazza sia proprio brava, perché ha ottenuto una borsa di studio; l'ipotesi che sia studiosa, insomma, è possibile.
Rispetto ai verbi servili, va sottolineato che i pronomi atoni hanno una collocazione mobile: possono presentarsi, infatti, o come proclitici prima del verbo servile ("ti devo dire una cosa") o come enclitici dopo l'infinito ("devo dirti una cosa"); situazione, questa, che non si verifica sempre con le altre categorie di verbi.
Precisato questo, non ci resta che concludere, proponendovi delle indicazioni utili su come svolgere l'analisi logica e grammaticale di un verbo servile: niente di difficile anche in questo caso, ma una lettura vi risulterà senz'altro utile.