Si dice "ciste" o "cisti"? Qual è il singolare corretto e, soprattutto, perché?
Si dice "ciste" o "cisti"? La risposta più corretta è sicuramente la seconda, cioè "cisti"; quasi tutti i nomi singolari che terminano in -i, infatti, sono femminili ("artrosi", "crisi", "metatesi", "parafrasi" etc.) e al plurale, perciò, sono invariabili: in altri termini, direte e scriverete "la cisti" e "le cisti". Il Sabatini-Coletti spiega anche che "ciste" è meno frequente di "cisti", a differenza del Treccani, che, invece, pone "cisti" e "ciste" sullo stesso livello (sottolineando pure che esiste una terza alternativa, cìstide, ancor meno comune).
Avrete notato, insomma, che i vocabolari registrano l'uso dei parlanti; i veri protagonisti della lingua, infatti, non sono le Accademie, nonostante abbiano influenzato la storia del nostro idioma (pensate alla celebre Accademia della Crusca), ma proprio loro; ciò non significa, ovviamente, che il libero arbitrio prevale su tutto, ma è importante sapere che un grammatici e linguisti, quando un uso si impone, per quanto scorretto possa essere, difficilmente riuscirebbero a fermarlo.
La premessa è doverosa per consigliarvi di scrivere e dire "la cisti", ma per farvi anche presente che "la ciste" non è sbagliato, perché, pur essendo meno frequente, è comunque utilizzato (non per niente, Treccani considera entrambe le forme parimenti utilizzabili).
La premessa è doverosa per consigliarvi di scrivere e dire "la cisti", ma per farvi anche presente che "la ciste" non è sbagliato, perché, pur essendo meno frequente, è comunque utilizzato (non per niente, Treccani considera entrambe le forme parimenti utilizzabili).
Prendiamo dal Treccani, in conclusione, il significato del lemma:
1. In medicina, cavità abnorme, in genere rotondeggiante, munita di pareti proprie, congenita o acquisita, a contenuto solido, semisolido o liquido. In partic., c. sierosa, contenente liquido sieroso, fluido, chiaro; c. parassitaria, dovuta a speciali parassiti (cestodi), comuni all’uomo e agli animali, che si annidano nei tessuti (fegato, polmoni, cervello) allo stadio larvale; c. sebacea, formazione cistica di varia grandezza, contenente sebo, che si produce in corrispondenza di una ghiandola sebacea per occlusione del suo sbocco; c. ovarica, a carico dell’ovaio. 2. In zoologia: a. Lo stesso che forma cistica (v. cistico). b. Stadio della vita di vermi parassitarî (trematodi, cestodi), che si intercala nel loro ciclo biologico".