Guida al Rinascimento italiano in letteratura: riassunto delle differenze con l'Umanesimo e approfondimento delle questioni principali, inquadrete nel contesto storico-culturale dell'epoca; autori principali e generi di riferimento
Il Rinascimento è un momento della storica culturale italiana ed europea che non investe solo la letteratura, ma in generale tutte le arti. A volte viene usato come sinonimo di Umanesimo, ma è più corretto dire che l’Umanesimo anticipa il Rinascimento, come abbiamo già visto in un approfondimento dedicato al Quattrocento.
Per comprenderlo è utile focalizzarsi su alcune differenze: mentre l’Umanesimo si sviluppa principalmente nel ‘400, il Rinascimento va identificato con il ‘500; il primo porta alla riscoperta dei classici, il secondo al trionfo del classicismo, in particolare all’interno della cultura cortigiana; il primo si esprime essenzialmente attraverso il latino, sentito come lingua da purificare rispetto al Medioevo, mentre il secondo vede il definitivo affermarsi della lingua volgare, ovvero dell’italiano. Si intende in questo senso l’italiano cortigiano, a cui si inizia a pensare come a una lingua nazionale in opposizione ai numerosi dialetti (anche se di dialetto non è propriamente corretto parlare, perché non esiste ancora una lingua che abbia statuto nazionale, cui essi, quindi, possono opporsi).
Per comprenderlo è utile focalizzarsi su alcune differenze: mentre l’Umanesimo si sviluppa principalmente nel ‘400, il Rinascimento va identificato con il ‘500; il primo porta alla riscoperta dei classici, il secondo al trionfo del classicismo, in particolare all’interno della cultura cortigiana; il primo si esprime essenzialmente attraverso il latino, sentito come lingua da purificare rispetto al Medioevo, mentre il secondo vede il definitivo affermarsi della lingua volgare, ovvero dell’italiano. Si intende in questo senso l’italiano cortigiano, a cui si inizia a pensare come a una lingua nazionale in opposizione ai numerosi dialetti (anche se di dialetto non è propriamente corretto parlare, perché non esiste ancora una lingua che abbia statuto nazionale, cui essi, quindi, possono opporsi).
Il Rinascimento: contesto storico-culturale
Che cosa è cambiato? Innanzitutto, a livello storico, si è verificata la piena crisi degli antichi stati italiani, in particolare nella loro forma repubblicana. Nuove scoperte hanno sconvolto le prospettive umane, su tutte le nuove scoperte geografiche che, sul finire del ‘400, hanno rivoluzionato la geografia mentale dell’uomo europeo. Ma non basta: si è diffusa un’innovazione tecnica, la stampa, che ha modificato radicalmente la percezione del testo scritto, poiché si era in grado, finalmente, di scrivere e produrre testi che potessero essere letti potenzialmente da tutti a un costo molto più basso rispetto all’epoca precedente. Infine, anche la Riforma protestante aveva portato idee nuove, contestando innanzitutto il primato culturale e morale di Roma, ma anche inserendo all’interno del dibattito filosofico nuove idee e visioni rispetto ai dogmi medioevali; si pensi, solo per citare un esempio, al problema del libero arbitrio, così come trattato da Erasmo da Rotterdam.
L’affermazione della stampa porta alla centralità culturale di Venezia, come nella figura di Aldo Manuzio. La rapidità del testo stampato comporta la nascita di un pubblico, con i suoi gusti; cambia quindi il ruolo della letteratura, poiché adesso lo scrittore non si rivolge più, nella pratica, solo ad altri scrittori o intellettuali, ma al “popolo” (anche se questo termine è ancora inappropriato, per la stessa ragione per cui non si può parlare di dialetti veri e propri: l'unità tipica del popolo è ancora lontana). La stampa contribuì all’affermazione del classicismo, poiché vi era un’effettiva richiesta di quei testi; inizia quindi il rapporto simbiotico tra editore e autore.
Gli autori e i generi principali del Rinascimento
Il genere più rappresentativo del Rinascimento è il trattato, a volte dialogico. Interessa, in questo momento, la definizione dell’agire umano: ne sono un esempio Machiavelli con Il principe, Pietro Bembo con le Prose della volgar lingua o con gli Asolani, Baldesar Castiglione con il Cortegiano, Giovanni Della Casa con il Galateo. Si venne così a definire in modo sempre più preciso l’immagine di un nuovo uomo, che si realizza anche nel rapporto con gli altri: ecco perché venne scelta anche la forma dialogica, che meglio esprimeva questa possibilità .
Per lo specifico culturale italiano, infine, un ruolo centrale ebbe il petrarchismo, ossia la riproposizione di temi e stilemi di Francesco Petrarca con autori quali Pietro Bembo stesso (che lo propone come modello indiscusso di poesia), e l’affermazione anche della letteratura femminile (Gaspara Stampa, Vittoria Colonna, Isabella di Morra, Chiara Matraini).