Riassunto dettagliato su pensiero e poetica di Ugo Foscolo, attraverso l'analisi di alcune delle sue opere importanti e con riferimento alla sua collocazione nella letteratura italiana

Se inizialmente le simpatie letterarie di Foscolo si diressero verso l'Arcadia, in seguito tre furono le componenti principali della sua idea di letteratura: la cultura classica (cui si sentiva particolarmente legato anche in virtù delle sue origine greche, infatti era nato nell'isola di Zante), il Preromanticismo e l'Illuminismo. Il poeta però intende il classico in modo ampio: oltre che i classici latini e greci, egli ammira in particolar modo Dante Alighieri (in questo è uno dei primi, dopo i lunghi secoli di disinteresse seguiti alla "condanna" di Pietro Bembo) e la poesia raffinata di Petrarca; e poi, tra i quasi contemporanei, Parini per la sua moralità e Alfieri, su cui pure era caduto un giudizio severo da parte di Melchiorre Cesarotti.
Il materialismo di Ugo Foscolo e la funzione della poesia
Un aspetto del tutto caratteristico del suo pensiero è la posizione materialista, derivata soprattutto dalla conoscenza del filosofo greco Democrito; secondo Foscolo, non esiste il trascendente e l'unica nostra dimensione è quella della vita che stiamo vivendo. Materialismo non significa però ateismo: Foscolo oppone uno strenuo eroismo alla deriva dei valori, e si applica per cercare i valori ideali che possano guidare la nostra esistenza, come ad esempio la bellezza. A suo avviso, tale ricerca può essere condotta anche in solitudine. È la letteratura che civilizza attraverso la bellezza e può creare, semmai, una comunità di intellettuali dediti a valori comuni, anche con funzione patriottica. Tale idea è in lui testimoniata dall'esilio volontario, per coerenza, dopo la battaglia di Lipsia. La poesia, nella sua forma più dotta, ha anche un'altra funzione, specifica per il poeta: permette di giungere alla gloria e, quindi, rende eterni.
L'espressione poetica in Odi e sonetti
Un'attenzione specifica meritano le Odi e i sonetti, una raccolta, pubblicata nel 1803, formata da due odi e dodici sonetti. Colpisce, evidentemente, il numero del tutto esiguo dei componimenti; ciò risponde all'idea di discrezione, al bisogno di trovare una struttura chiusa, che non cerchi di essere poesia totale ma che rappresenti l'essenza dell'espressione poetica. Nei sonetti il tema è spesso autobiografico e soggettivo, rielaborato secondo numerosi riferimenti letterari e una scrittura elaborata e dotta.
Le due odi All'amica risanata e A Luigia Pallavicini caduta da cavallo rispondono, invece, ai canoni del neoclassicismo, e si dedicano alla lode della bellezza della donna, divenuta quasi una divinità ; la loro bellezza è ideale, eterna, e la poesia attraverso la sua visione permette non solo di raggiungere l'eternità , ma anche di trovare qualcosa di superiore.
Le due odi All'amica risanata e A Luigia Pallavicini caduta da cavallo rispondono, invece, ai canoni del neoclassicismo, e si dedicano alla lode della bellezza della donna, divenuta quasi una divinità ; la loro bellezza è ideale, eterna, e la poesia attraverso la sua visione permette non solo di raggiungere l'eternità , ma anche di trovare qualcosa di superiore.