Frasi di Primo Levi sulla Shoah per la Giornata della Memoria: pensieri sparsi sul 27 gennaio

Abbiamo raccolto parecchie frasi di Primo Levi sulla Shoah, pensieri che più di ogni altro possono portare su Facebook, in classe e in qualsiasi posto vogliate condividerli la testimonianza di quello che è successo nei campi di concentramento a causa della barbarie nazista


filo spinato bianco e nero
Queste frasi di Primo Levi sulla Shoah non potevano mancare nella nostra raccolta dedicata alla Giornata della Memoria. Una ricorrenza del genere può essere ricordata solo attraverso coloro che hanno vissuto la miseria umana, la barbarie del nazismo e che hanno provato sulla propria pelle le conseguenze dei progetti sulla razza ariana del dittatore Adolf Hitler. Dall'opera di Primo Levi, che vi consigliamo di leggere attentamente (bellissimo I Sommersi e i Salvati e stupendo Se questo è un uomo), si apprende una verità profonda e senz'altro inopinabile: la verità appartiene ai morti

Possiamo testimoniarla ma nessuno in fondo, neanche lui, Primo Levi, che è stato un sopravvisuto, avrebbe potuto parlare a tutti dei campi di sterminio. Anzi, forse neanche i morti avrebbero potuto farlo perché - come si legge sempre nella sua opera - essi erano stati annientati come esseri umani, progressivamente destrutturati, ancor prima di essere uccisi fisicamente. 

Le frasi sulla Shoah di Primo Levi sono tratte proprio dai suoi due libri principali e da qualche altro titolo (L'asimmetria e la vita e Conversazioni con Primo Levi, entrambe non scritte da lui). Riteniamo sia fondamentale che la scuola e gli insegnanti, la chiesa, i genitori, chiunque rivesta l'importante ruolo di educatore, faccia conoscere il suo messaggio, la sua ricostruzione degli eventi, la sua vita all'interno del lager nazista in occasione del Giorno della Memoria.

La prosa è semplice e quasi sempre razionale, il racconto è straziante e spesso bisogna fermarsi per evitare di piangere: come può l'essere umano aver concepito questo? E come possiamo tutti noi sentirci davvero in pace con noi stessi e col mondo quando in passato i nostri stessi simili hanno ucciso milioni e milioni di persone perché ebrei, zingari, omosessuali e semplicemente diversi? 

Queste frasi di primo Levi per la Giornata della Memoria devono avere proprio questo scopo: condannare ciò che è stato e parlarne continuamente con tutti, con i più piccoli che non hanno mai saputo e con i più grandi che fanno finta di non ricordare e che spesso si trovano a sperare nel ritorno della deplorevole dittatura fascista (e peggio ancora nazista). Noi dobbiamo testimoniare al mondo che abbiamo macchiato la storia della nostra razza e solo questa testimonianza ci impedirà di finire nuovamente nel baratro. A che serve altrimenti la memoria?


Scrivere frasi di Primo Levi sulla Giornata della Memoria o prenderne spunto per Facebook e i principali social network non significa scrivere una frase famosa qualunque: significa assumersi la responsabilità di difendere a spada tratta i valori della vita negati agli ebrei, il rispetto di qualsiasi minoranza e la tutela delle diversità: soltanto così questi pensieri sparsi sul 27 gennaio potranno risuonare assieme in tutto il mondo e non morire nell'ipocrisia dei meandri del Web. Veniamo ora alle frasi sulla Shoah.

Frasi di Primo Levi sulla Shoah: pensieri per la Giornata della Memoria

  1. "[...] io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi costantemente rammentato, con la sua presenza, con il suo modo così piano e facile di essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all'odio e alla paura; qualcosa di assai mal definibile, una remota possibilità di bene, per cui tuttavia metteva conto di conservarsi". (Se questo è un uomo)
  2. "[...] sentivano che quanto era avvenuto intorno a loro, ed in loro presenza, e in loro, era irrevocabile. Non avrebbe potuto essere lavato mai più; avrebbe dimostrato che l'uomo, il genere umano, noi insomma, eravamo potenzialmente capaci di costruire una mole infinita di dolore; e che il dolore è la sola forza che si crei dal nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non fare" (I Sommersi e i Salvati)
  3. "Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga". (Se questo è un uomo)
  4. "Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell'aria. La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia". (L'asimmetria e la vita)
  5. "Avevamo deciso di trovarci, noi italiani, ogni domenica sera in un angolo del Lager; ma abbiamo subito smesso, perché era troppo triste contarci, e trovarci ogni volta più pochi, e più deformi, più squallidi. Ed era così faticoso fare quei pochi passi: e poi, a ritrovarsi, accadeva di ricordare e di pensare, ed era meglio non farlo". (Se questo è un uomo)
  6. "Devo dire che l'esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto. [...] C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo." (Conversazione con Primo Levi)
  7. "Distruggere l'uomo è difficile, quasi quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti, tedeschi. Eccoci docili sotto i vostri sguardi: da parte nostra nulla più avete a temere: non atti di rivolta, non parole di sfida, neppure uno sguardo giudice." (Se questo è un uomo)
  8. "È dell'uomo operare in vista di un fine: la strage di Auschwitz, che ha distrutto una tradizione ed una civiltà, non ha giovato a nessuno". (L'asimmetria e la vita)
  9. "I personaggi di queste pagine non sono uomini. La loro umanità è sepolta, o essi stessi l'hanno sepolta, sotto l'offesa subita o inflitta altrui". (Se questo è un uomo)
  10. "In altre parole: prima di morire, la vittima dev'essere degradata, affinché l'uccisore senta meno il peso della sua colpa. È una spiegazione non priva di logica, ma che grida al cielo: è l'unica utilità della violenza inutile". (I Sommersi e i Salvati)
  11. "L'ingresso in Lager era invece un urto per la sorpresa che portava con sé. Il mondo in cui ci si sentiva precipitati era sì terribile, ma anche indecifrabile: non era conforme ad alcun modello, il nemico era intorno ma anche dentro, il "noi" perdeva i suoi confini, i contendenti non erano due, non si distingueva una frontiera ma molte e confuse, forse innumerevoli, una fra ciascuno e ciascuno. Si entrava sperando almeno nella solidarietà dei compagni di sventura, ma gli alleati sperati, salvo casi speciali, non c'erano; c'erano invece mille monadi sigillate, e fra queste una lotta disperata, nascosta e continua". (I Sommersi e i Salvati)
  12. "Ma Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura e incontaminata, egli era al di fuori di questo mondo di negazione. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo". (Se questo è un uomo)
  13. "Noi giacevamo in un mondo di morti e di larve. L'ultima traccia di civiltà era sparita intorno a noi e dentro di noi. L'opera di bestializzazione, intrapresa dai tedeschi trionfanti, era stata portata a compimento dai tedeschi disfatti". (Se questo è un uomo)
  14. "Non esistono problemi che non possano essere risolti attorno ad un tavolo, purché ci sia volontà buona e fiducia reciproca; o anche paura reciproca". (I Sommersi e i Salvati)
  15. "Pochi sono gli uomini che sanno andare a morte con dignità, e spesso non quelli che ti aspetteresti". (Se questo è un uomo)
Che queste frasi di Primo Levi sulla Shoah per il Giorno della Memoria facciano riflettere tutti noi e vengano usate soprattutto per combattere chi purtroppo si ostina a negare ancora oggi che tutto questo sia davvero avvenuto. Qui trovate altre frasi sulla Shoah, altri pensieri - non solo di Primo Levi - che vi invitiamo a leggere e ad arricchire con le vostre riflessioni.

La foto è tratta da Pixabay.com

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Frasi di Primo Levi sulla Shoah per la Giornata della Memoria: pensieri sparsi sul 27 gennaio
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