Qual è il femminile di "sindaco"? "Sindaca" è corretto oppure è preferibile usare "sindachessa"? In questo speciale sul femminile vi proponiamo alcune riflessioni sulla lingua italiana che vi condurranno alla risposta
Se si dice sindaco o sindaca? La domanda è diventata una delle dieci più ricorrenti su Google, pertanto non si può dire che la questione non sia diventata piuttosto importante: c'è chi non si occupa di lingua come professione e vuole giustamente scoprire quale sia la risposta più giusta e c'è invece si occupa di lingua come professione e come passione e ovviamente non può limitarsi a rispondere semplicemente con sindaco o sindaca. In questo approfondimento cercheremo non solo di darvi una risposta ma - come sempre - di spiegarvi come mai pensiamo sia meglio usare una forma piuttosto che l'altra.
Abbiamo sempre scritto qui su Linkuaggio che la lingua è specchio della società che la parla e riprendendo le opinioni di celebri linguisti che è anzitutto un fatto sociale: in effetti qual è la funzione principale della lingua se non quella di veicolare all'interno di un gruppo più o meno complesso cose più o meno note? Sembra banale dirlo ma molto spesso dimentichiamo che il nostro codice linguistico ci appartiene in quanto individui che vivono all'interno di una società che è cresciuta notevolmente e che è ovviamente cambiata. Non tutto può essere ridotto insomma a un semplice sì o no, giusto o sbagliato, sindaco o sindaca, ministro o ministra, chirurgi o chirurghi; o meglio: le risposte servono ma non devono mai essere limitate e immotivate.
Vi siete mai chiesti perché ci chiediamo se sia corretto scrivere sindaca e non ci siamo mai fatti domande su altre parole? Esistono la nuotatrice, la commessa, la dottoressa, l'infermiera, la modella, la maestra etc eppure non abbiamo mai avuto problemi a usarli e non siamo rimasti allibiti come quando qualcuno iniziò a pronunciare parole come ministra, avvocata etc. Vi rendete conto da soli insomma che siamo dinanzi a un fatto esclusivamente culturale: la nostra lingua ci svela qual è il nostro approccio al mondo ed è erede anche della nostra storia come popolo.
Abbiamo mai avuto tante sindache in passato? Oppure tante avvocate? E che dire delle ministre? Le risposte sono ovviamente negative: queste sono tutte cariche e professioni che associamo generalmente all'uomo e non alla donna perché è l'uomo che le ha sempre svolte. Diciamo così: è un fatto di mentalità, che causa confusione in alcuni e che spinge molti a scegliere anche forme ibride come la presidente e ai limiti della grammaticalità come la ministro (che francamente è orribile e che quindi vi sconsigliamo di usare). Allora come si dice? Sindaco o sindaca? E come si scrive? Partiamo subito da un riassunto schematico.
Abbiamo sempre scritto qui su Linkuaggio che la lingua è specchio della società che la parla e riprendendo le opinioni di celebri linguisti che è anzitutto un fatto sociale: in effetti qual è la funzione principale della lingua se non quella di veicolare all'interno di un gruppo più o meno complesso cose più o meno note? Sembra banale dirlo ma molto spesso dimentichiamo che il nostro codice linguistico ci appartiene in quanto individui che vivono all'interno di una società che è cresciuta notevolmente e che è ovviamente cambiata. Non tutto può essere ridotto insomma a un semplice sì o no, giusto o sbagliato, sindaco o sindaca, ministro o ministra, chirurgi o chirurghi; o meglio: le risposte servono ma non devono mai essere limitate e immotivate.
Vi siete mai chiesti perché ci chiediamo se sia corretto scrivere sindaca e non ci siamo mai fatti domande su altre parole? Esistono la nuotatrice, la commessa, la dottoressa, l'infermiera, la modella, la maestra etc eppure non abbiamo mai avuto problemi a usarli e non siamo rimasti allibiti come quando qualcuno iniziò a pronunciare parole come ministra, avvocata etc. Vi rendete conto da soli insomma che siamo dinanzi a un fatto esclusivamente culturale: la nostra lingua ci svela qual è il nostro approccio al mondo ed è erede anche della nostra storia come popolo.
Abbiamo mai avuto tante sindache in passato? Oppure tante avvocate? E che dire delle ministre? Le risposte sono ovviamente negative: queste sono tutte cariche e professioni che associamo generalmente all'uomo e non alla donna perché è l'uomo che le ha sempre svolte. Diciamo così: è un fatto di mentalità, che causa confusione in alcuni e che spinge molti a scegliere anche forme ibride come la presidente e ai limiti della grammaticalità come la ministro (che francamente è orribile e che quindi vi sconsigliamo di usare). Allora come si dice? Sindaco o sindaca? E come si scrive? Partiamo subito da un riassunto schematico.
Si dice sindaco o sindaca?
- Si dice la sindaca Maria Rossi;
- Non si dice la sindaco Maria Rossi o la sindachessa Maria;
- Si può dire il sindaco Maria Rossi.
La verità è che con l'uso del femminile per indicare i nomi di professione si vuole combattere una battaglia di vera uguaglianza e svecchiamento della nostra società rappresentando linguisticamente - e quindi senza ipocrisie - ciò che sta accadendo negli ultimi anni: da sempre relegate ai ruoli comunque bellissimi e importantissimi di casalinghe e mamme, magari di cuoche e sarte, le donne hanno ottenuto sempre più spazio in settori come la giurisprudenza e la politica ed è normale che personalità come la Presidente della Camera Laura Boldrini rivendichino tale ruolo e vogliano che venga rappresentato a trecentosessanta gradi, quindi con la lingua, che - come abbiamo detto all'inizio - è la massima espressione del nostro essere e della nostra appartenenza a un gruppo sociale.
Il femminile di sindaco: sindachessa è corretto?
Ma perché allora abbiamo usato la Presidente della Camera e non la presidentessa? Anzitutto, diciamo che presidente è un sostantivo ambigenere, cioè che può essere usato come maschile o come femminile a seconda dell'articolo impiegato. Si tratta di un sostantivo deverbale (cioè derivato dal verbo presiedere) che però ha anche un altro femminile: in questo caso il già citato presidentessa. Perché dire la presidente e non la presidentessa?
Il femminile in -essa ha perso vitalità nel Novecento (pur essendo vitalissimo nell'Ottocento: lo indicava Raffaello Fornaciari nella sua Sintassi italiana del 1881) e in molti casi indicava più "la moglie di" che una professione svolta da donne. Ecco perché sarebbe meglio evitare - tranne nei casi come dottoressa etc - l'uso di -essa come femminile di professione. Ancor più evitabile è l'uso di -essa quando c'è il femminile in -a, per esempio avvocatessa: in questo caso risulterebbe quasi una presa in giro e dunque vi consigliamo di evitarlo (come vi consigliamo di evitare assolutamente sindachessa).
Il femminile di sindaco: sindachessa è corretto?
Ma perché allora abbiamo usato la Presidente della Camera e non la presidentessa? Anzitutto, diciamo che presidente è un sostantivo ambigenere, cioè che può essere usato come maschile o come femminile a seconda dell'articolo impiegato. Si tratta di un sostantivo deverbale (cioè derivato dal verbo presiedere) che però ha anche un altro femminile: in questo caso il già citato presidentessa. Perché dire la presidente e non la presidentessa? Il femminile in -essa ha perso vitalità nel Novecento (pur essendo vitalissimo nell'Ottocento: lo indicava Raffaello Fornaciari nella sua Sintassi italiana del 1881) e in molti casi indicava più "la moglie di" che una professione svolta da donne. Ecco perché sarebbe meglio evitare - tranne nei casi come dottoressa etc - l'uso di -essa come femminile di professione. Ancor più evitabile è l'uso di -essa quando c'è il femminile in -a, per esempio avvocatessa: in questo caso risulterebbe quasi una presa in giro e dunque vi consigliamo di evitarlo (come vi consigliamo di evitare assolutamente sindachessa).
Approfondisci: quante ne sai davvero di grammatica italiana?
Adesso sapete se si scrive sindaco o sindaca e potrete scegliere con maggiore consapevolezza quale forma usare: non date retta a chi dice che si è sempre scritto così e così deve restare perché i fatti stanno molto diversamente. Non è sbagliato o esagerato, né tantomeno retorico, dire che se sapete parlare bene sapete anche pensare bene: la lingua è nostra e dietro a lei si nascondono numerose battaglie, anni e anni di storia, politica e cultura. Come ogni lingua anche quella italiana si trasforma con la sua società ed è dunque giusto che qualcosa (o più di qualcosa) cambi.
Questa sezione dedicata a come scrivere e parlare bene vi permetterà di risolvere i vostri dubbi sulla lingua italiana e di conoscerla al meglio. Se avete altri dubbi su sindaca e sindaco scriveteci pure tra i commenti oppure partecipate al nostro gruppo Facebook, dove ogni giorno troverete moltissimi contenuti da leggere e condividere.
La foto è tratta da Pixabay.com