Come si dice? "cancellare" o "scancellare"? Tra le due parole è davvero solo una quella corretta?
Si dice "cancellare" o "scancellare"? Per molti non è neanche il caso di formulare il quesito, se considerate quanto gli insegnanti abbiano insistito e insistano tuttora sull'utilizzo esclusivo della prima forma; oggigiorno, in effetti, scrivere o dire "scancellare" è senza dubbio un errore. Ma, attenendoci alla storia della lingua e al suo funzionamento, i fatti stanno davvero così?
Non proprio: anzitutto, andrà detto che "cancellare" deriva dal latino CANCELLARE, che significa proprio "inferriare": eseguire questa azione su qualcosa di scritto, dunque, significava porvi dei segni che richiamavano un cancello.
Precisato questo, andrà sottolineato che l'utilizzo di s dinanzi a una parola non fa altro che intensificare il significato della parola stessa: non per niente, da "battere" formiamo "sbattere"; da "tirare" formiamo "stirare"; da "gocciolare" formiamo "sgocciolare"; esistono, insomma, una serie di termini formati così e tra questi spicca proprio "scancellare" (che richiamerebbe, perciò, l'immagine di più cancellli). Perché allora viene considerato errato?
Il discorso è quello che va fatto quasi sempre quando si parla di lingua italiana e lingua in generale, in realtà: col passare del tempo, l'uso e la percezione dei parlanti possono effettivamente cambiare la regola; in questo caso, la parola è stata percepita come scorretta - o meglio: come regionale - e le si è preferito, quindi, il falsamente ortodosso "cancellare".
Eppure, non mancano neanche attestazioni letterarie; ma per questo vale la pena riproporre la definizione che Treccani.it dà della parola:
Non proprio: anzitutto, andrà detto che "cancellare" deriva dal latino CANCELLARE, che significa proprio "inferriare": eseguire questa azione su qualcosa di scritto, dunque, significava porvi dei segni che richiamavano un cancello.
Precisato questo, andrà sottolineato che l'utilizzo di s dinanzi a una parola non fa altro che intensificare il significato della parola stessa: non per niente, da "battere" formiamo "sbattere"; da "tirare" formiamo "stirare"; da "gocciolare" formiamo "sgocciolare"; esistono, insomma, una serie di termini formati così e tra questi spicca proprio "scancellare" (che richiamerebbe, perciò, l'immagine di più cancellli). Perché allora viene considerato errato?
Il discorso è quello che va fatto quasi sempre quando si parla di lingua italiana e lingua in generale, in realtà: col passare del tempo, l'uso e la percezione dei parlanti possono effettivamente cambiare la regola; in questo caso, la parola è stata percepita come scorretta - o meglio: come regionale - e le si è preferito, quindi, il falsamente ortodosso "cancellare".
Molte attestazioni letterarie per "scancellare"
Eppure, non mancano neanche attestazioni letterarie; ma per questo vale la pena riproporre la definizione che Treccani.it dà della parola:
"Forma più espressiva e popolare di cancellare, nel significato di ‘coprire una scrittura, un disegno e simili con uno o più tratti di penna’ o di ‘togliere, far scomparire in altro modo un segno, una traccia, ecc.’: scancella quella parola e riscrivila; dammi la gomma, devo scancellare il disegno; va’ alla lavagna e scancella tutto quello che c’è scritto; scancellare una macchia, scancellare le impronte. Per estensione, o in senso figurato, anche nell’uso letterario, togliere, eliminare, annullare: scancellare un nome, una persona da una lista; può scancellare la mia prenotazione?; Fa male – soggiunsi involontariamente premuroso di scancellare l’impressione di quelle mie parole (Capuana); le luci erano a tratti scancellate dal crescere dell’onde (Montale); far dimenticare: scancellare un’offesa; ricordi scancellati dal tempo; Così mai scancellata la memoria Fia di te, madre, e del tuo figlio Amore (Poliziano)".
Alla fine, dunque, si dice "cancellare" o "scancellare"? Meglio utilizzare la prima: la reazione dei parlanti, in una comunità in cui è il loro uso a far evolvere la lingua, non può essere sottovalutata; se siete temerari e non avete paura di una pioggia di critiche, usate pure "scancellare": con la spiegazione adatta, riuscirete ad avere la meglio.