Il significato del termine "apocalisse" è da ricercare nella parola greca ἀποκάλυψις ("apokalupsis"), la quale non...
Il significato del termine "apocalisse" è da ricercare nella parola greca ἀποκάλυψις ("apokalupsis"), la quale non è altro che un composto formato da "apó" ("separazione") e "kalýptein" ("nascosto"). La si può tradurre alla lettera con "rivelazione" o con "scoperta", e sta appunto a indicare qualcosa che è nascosto agli occhi di tutti e che prima o poi emergerà.
Un termine antico, quindi, che si pensa fu formulato per la prima volta dagli ebrei che parlavano greco; i cristiani, successivamente, vi hanno aggiunto diverse sfumature: nella letteratura del primo Cristianesimo indica, infatti, la rivelazione della natura divina del creato, portata a conoscenza di tutti da parte di un profeta scelto da Dio.
Un termine antico, quindi, che si pensa fu formulato per la prima volta dagli ebrei che parlavano greco; i cristiani, successivamente, vi hanno aggiunto diverse sfumature: nella letteratura del primo Cristianesimo indica, infatti, la rivelazione della natura divina del creato, portata a conoscenza di tutti da parte di un profeta scelto da Dio.
In tutta la storia del Cristianesimo, la parola "apocalisse" ha svolto sempre un ruolo di primaria importanza: grazie ad essa, infatti, sono nate espressione come "giudizio universale", "resurrezione dei morti", "Paradiso, Purgatorio e Inferno".
Ma i cristiani non sono stati certamente i primi ad aver parlato di una "fine del mondo" inevitabile e di una manifestazione di Dio al termine del tempo umano; sono innumerevoli le religioni che hanno raccontato, a proprio modo, il giorno in cui avverranno nella Terra catastrofi inimmaginabili; col tempo, poi, questi racconti sono stati inglobati nella religione cristiana, contaminando anche l'immaginario dell'uomo moderno.
Ma i cristiani non sono stati certamente i primi ad aver parlato di una "fine del mondo" inevitabile e di una manifestazione di Dio al termine del tempo umano; sono innumerevoli le religioni che hanno raccontato, a proprio modo, il giorno in cui avverranno nella Terra catastrofi inimmaginabili; col tempo, poi, questi racconti sono stati inglobati nella religione cristiana, contaminando anche l'immaginario dell'uomo moderno.
Ma perché nasce nell'essere umano l'esigenza di rappresentare nella mente una personale "apocalisse"? A dare una risposta esaudiente è stato il famoso esegeta Paul Bauchamp:
"La letteratura apocalittica nasce per aiutare a sopportare l'insopportabile".
Questo significa che l'uomo immagina il giorno della distruzione totale come inizio di una pace eterna; il racconto apocalittico è quindi uno strumento fondamentale per vivere con più serenità il breve cammino dell'esistenza; il bene trionferà sul male: è necessario quest'epilogo, perché l'uomo ha bisogno del lieto fine.
Secondo i cristiani, per esempio, gli uomini, dopo aver camminato a lungo nell'inferno terrestre (sorte assegnata loro a causa del peccato di Adamo ed Eva), si riconcilieranno nuovamente ed eternamente con Dio: il Gesù Cristo del Secondo Avvento salverà i buoni e condannerà i malvagi; per le culture indoeuropee o precristiane, invece, la fine del mondo coincide con il termine dell'Età del Ferro: il tempo è circolare, e comincia sempre con l'Età dell'Oro (quella più felice) e si conclude con quella del Ferro, segnata da morte e distruzione.
Secondo i cristiani, per esempio, gli uomini, dopo aver camminato a lungo nell'inferno terrestre (sorte assegnata loro a causa del peccato di Adamo ed Eva), si riconcilieranno nuovamente ed eternamente con Dio: il Gesù Cristo del Secondo Avvento salverà i buoni e condannerà i malvagi; per le culture indoeuropee o precristiane, invece, la fine del mondo coincide con il termine dell'Età del Ferro: il tempo è circolare, e comincia sempre con l'Età dell'Oro (quella più felice) e si conclude con quella del Ferro, segnata da morte e distruzione.
Molti sono stati anche i filosofi che hanno ragionato su una probabile apocalisse: Seneca era convinto che il tempo conosciuto sarebbe terminato solo quando l'uomo avrebbe raggiunto il massimo grado di corruzione, quando cioè si sarebbe allontanato, senza accorgersene, dalla sua natura; dopo questo periodo nefasto, gli si sarebbe aperto, per contro, un periodo felice, dove avrebbe vissuto una vita senza tormenti. Immanuel Kant, invece, fa coincidere la fine del mondo con la svalutazione completa del Cristianesimo e il susseguente avvento della legge suprema: "Siate sempre egoisti, solo così sarete felici".
Il timore diffuso per una eventuale catastrofe totale è attualissimo. Alcuni studiosi, interpretando le profezie Maya (il noto e antico popolo del Centro America), hanno scoperto la data dell'apocalisse: 21-12-2012; un giorno molto particolare (visto che presenta una ripetizione evidente del numero "1" e del "2") che sta facendo preoccupare non poche persone.
Secondo quanto scritto sul Calendario Maya, noi oggi vivremmo nella cosiddetta "Età dell'Oro" (la quinta e ultima); prima di questa ci sarebbero state l'"Età dell'Acqua", "dell'Aria", "del Fuoco" e "della Terra": alla fine di tutte queste ere si verificherebbe, secondo le credenze di quei popoli, una inevitabile e spaventosa catastrofe: l'inversione del campo magnetico terrestre; da questo fenomeno conseguirebbero eventi presenti solo negli incubi più terrificanti dell'uomo: meteoriti che deturpano la superficie del Pianeta Azzurro; tsunami che spazzano via intere città; terremoti che aprono voragini di dimensioni incredibili e tanto altro ancora.
Secondo quanto scritto sul Calendario Maya, noi oggi vivremmo nella cosiddetta "Età dell'Oro" (la quinta e ultima); prima di questa ci sarebbero state l'"Età dell'Acqua", "dell'Aria", "del Fuoco" e "della Terra": alla fine di tutte queste ere si verificherebbe, secondo le credenze di quei popoli, una inevitabile e spaventosa catastrofe: l'inversione del campo magnetico terrestre; da questo fenomeno conseguirebbero eventi presenti solo negli incubi più terrificanti dell'uomo: meteoriti che deturpano la superficie del Pianeta Azzurro; tsunami che spazzano via intere città; terremoti che aprono voragini di dimensioni incredibili e tanto altro ancora.
Ma quale sarà il vero destino della specie umana? La fine del mondo dei Maya è stata fissata proprio il 21 dicembre: ci avranno visto giusto o il 22 sarà il giorno in cui l'uomo deciderà, una volta per tutte, di cancellare dalla propria mente ogni insulsa superstizione?