Quali differenze fra pronuncia classica e scolastica in latino? Ecco tutti gli esempi per capire bene l'argomento
Quanti modi esistono di leggere il latino? Due. Si tratta della pronuncia classica e della pronuncia scolastica, delle quali vedremo le differenze e i relativi esempi, dopo aver parlato abbondantemente delle leggi che regolano la lettura e delle modalità con cui si risale all'accento.
La pronuncia classica o restituta è quella del ceto colto della città di Roma nel I secolo a.C. che i linguisti sono riusciti a ricostruire; la pronuncia ecclesiastica o tradizionale (molto più vicina a quella dell'italiano) è nata nell'alto Medioevo quando con il crollo della potenza romana anche la pronuncia della lingua di Roma andò sempre più diversificandosi nelle varie regioni dell'impero e fu poi tramandata dalla Chiesa. Nella didattica in uso nelle scuole è stata adottata la pronuncia ecclesiastica o per l'appunto scolastica.
Pronuncia scolastica: lettura di vocali e dittonghi
Per quanto concerne la pronuncia classica e scolastica in latino, vediamo ora quali sono le vocali e i dittonghi:
- Vocali: a, e, i, o, u, y;
- Dittonghi: ae, oe, au, eu, ei, oi, ui
La vocale y la troviamo solo in parole derivanti dalla lingua greca e si pronuncia i (es. TYRANNUS si legge tirà nnus); le altre vocali si pronunciano come nella lingua italiana. Badate bene: le vocali i ed u in particolari posizioni (all'inizio di parola, seguite da vocale; all'interno di parola in posizione intervocalica) hanno valore di semiconsonanti o di semivocali: es. UIA 'via' (in genere scritto e pronunciato via); MAIOR 'maggiore', major.
I dittonghi AE, OE, AU, EU, sono di uso più frequente; gli altri dittonghi sono rari; AE ed OE si pronunciano e, gli altri così come sono scritti. Se sul secondo elemento c'è il segno della dieresi (ä), le due vocali formano due sillabe e si leggono separatamente: PROELIUM (pr. prélium) la battaglia, ma PÖETA (pr. poéta), il poeta
Pronuncia scolastica: la classificazione delle consonanti
Passiamo adesso alle consonanti, l'unica cosa che potete chiedere se state giocando alla Ruota della Fortuna e non avete i 500 euro necessari per comprare le vocali. Fate molta attenzione alla loro tassonomia o classificazione, che potrà tornarvi utile qualora vogliate intraprendere la Facoltà di Lettere e vi imbatterete in esami di grammatica italiana e linguistica generale. Sì, sono laureato in Lettere, come lo avete scoperto?
Le consonanti latine generalmente si dividono secondo la durata dell'articolazione in occlusive o mute e continue. Le mute, in base al punto di articolazione, si suddividono in gutturali o velari, labiali e dentali. Le continue, in base alla natura del suono, si differenziano in nasali, spiranti e liquide. Inoltre tutte le consonanti, in base alla vibrazione delle corde vocaliche, possono essere sorde o sonore (le vocali, invece, sono sempre sonore).
Di seguito vi fornisco uno schema:
1. Occlusive o mute
Sorde Sonore
- Gutturali o velari c k q g
- Labiali p b
- Dentali t d
2. Continue
Sorde Sonore
- Nasali m n
- Spiranti f s
- Liquide l r
Pronuncia delle consonanti: alcune particolaritÃ
Sembra banale dirlo ma ricordate che quasi tutte le consonanti hanno la stessa pronuncia delle corrispondenti italiane. In particolare notiamo che:
- h non è mai pronunciata né davanti a vocale né davanti a consonante: HORTUS (pr. ortus) l'orto; THERMAE (pr. terme) le terme. Tuttavia ch ha sempre suono gutturale e ph si pronuncia f: CHIMAERA (pr. Chiméra) la chimera; PHILOSOPHUS (pr. filòsofus) il filosofo.
- k davanti alla vocale a e al dittongo ae ha suono gutturale; di uso limitato, fu in seguito sostituita da c: KALENDAE (pr. Calènde), le calende; KAESO (pr. Cheso). C anticamente era usata anche per indicare g: la pronuncia g si è mantenuta in seguito solamente per le abbreviazioni dei nomi propri: es. C. = Gaius; CN. = Gnaeus.
- gl: in questo gruppo la g ha suono gutturale (si pronuncia come geroglifico): es. GLIS (pr. ghlis) il ghiro.
- ti: senza accento tonico e seguito da vocale si pronuncia zi: es. LATIUM (pr. Là zium) il Lazio; GRATIA (pr. grà zia) la grazia. Adesso grande attenzione perché qui cadono anche i più bravi; antiene invece il suono ti:
1. Quando è seguito da vocale, ma ha l'accento tonico sulla i: TOTIUS (pr. totìus) di tutto
2. Quando è preceduto da s, t, x: BESTIA (pr. bèstia) la bestia, ATTIUS (pr. à ttius) Attio (nome proprio di persona), MIXTIO (pr. mìcstio) la miscela
3. Nelle parole di origine greca: BOEOTIA (pr. Beçtia) la Beozia.
- x: è consonante doppia e si pronuncia cs.
La pronuncia classica: le caratteristiche principali
A mero titolo esemplificativo vi accenno ad alcune caratteristiche della pronuncia restituta:
SUONO ESEMPIO PRONUNCIA
ae, oe a+e, o+e CAELUM cà -elum
(accento tonico su prima
vocale)
POENA pò-ena
u, v u VITA uita
y ü TYRANNUS türannus
c, g sempre suono gutturale CICERO Chìchero
LEGIO lèghio
gn g gutturale + n MAGNUS maghnus
h aspirata HOMO h-omo
PHILOSOPHUS p-h-ilòsop-h-us
quu ku EQUUS ecus
ti ti (anche se seguito da vocale) LATIUM LÃ tium
NATIO NÃ tio
Adesso sapete davvero tutto sulla pronuncia classica e sulla pronuncia scolastica del latino, abbiamo visto quali differenze intercorrono tra le due e i relativi esempi. Mi raccomando: a scuola dovete usare la seconda!