Commento e riassunto delle poesie più famose di Guido Guinizzelli con riferimento a temi e caratteristiche principali
Quali sono le poesie
più famose di Guido Guinizzelli? Si tratta di una domanda a cui, seguendo
le antologie scolastiche, è abbastanza facile dare una risposta. Ecco quindi i
testi più importanti del poeta che, secondo il critico letterario Francesco De Sanctis, è stato il
"precursore" del Dolce Stil Novo, corredati di una guida ai temi
essenziali. La canzone più famosa di Guido Guinizzelli è Al cor gentil rempaira sempre amore, il manifesto
del nuovo stile toscano: non ne parleremo in questa sede, però, perché trovate già un commento dettagliato qui. Vediamo tutte le altre poesie.
Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo
Si tratta di uno dei sonetti più famosi di Guido
Guinizzelli, un vero e proprio punto di partenza, assieme a Io voglio del ver la mia donna laudare,
per chi voglia conoscere anche in modo introduttivo la figura e la scrittura di
questo poeta. Il tema, sin dal primo verso, è il più tipico della letteratura
cortese, cioè il saluto della donna e lo sguardo che genera nell'uomo una serie
di reazioni; colpisce anche la presenza dell'aggettivo "gentile",
spia di un nuovo modo di intendere la nobiltà come nobiltà d'animo e non più di
spada o di lignaggio.
Il testo si comprende bene soprattutto in relazione all'altro, perché qui l'amore ha un effetto distruttivo ("m'ancide") che ricorda le analoghe tematiche riscontrate in Guido Cavalcanti. La bellezza della donna e la sua lode non sono presenti, ma tutta l'attenzione è posta sulla sofferenza dell'amato per la ferita dell'amore. Siamo in presenza, dunque, di un tema capovolto rispetto a quanto potevamo pensare dalla lettura del primo verso e mezzo: l'uomo diventa una statua se il suo amore non viene contraccambiato, perché è la natura stessa che impone l'amore e rende perciò vitali i due amanti.
Approfondisci: i nostri riassunti di letteratura italiana per ripetere prima di interrogazioni e compiti in classe
Il testo si comprende bene soprattutto in relazione all'altro, perché qui l'amore ha un effetto distruttivo ("m'ancide") che ricorda le analoghe tematiche riscontrate in Guido Cavalcanti. La bellezza della donna e la sua lode non sono presenti, ma tutta l'attenzione è posta sulla sofferenza dell'amato per la ferita dell'amore. Siamo in presenza, dunque, di un tema capovolto rispetto a quanto potevamo pensare dalla lettura del primo verso e mezzo: l'uomo diventa una statua se il suo amore non viene contraccambiato, perché è la natura stessa che impone l'amore e rende perciò vitali i due amanti.
Approfondisci: i nostri riassunti di letteratura italiana per ripetere prima di interrogazioni e compiti in classe
Io voglio dal ver la mia donna laudare
Il testo rimanda a una visione compitamente cortese delladonna e del rapporto del poeta con lei; il tema
della lode, infatti, è del tutto dominante e investe ogni aspetto del
sonetto, che riporta quindi lo stereotipo che noi abbiamo dello stilnovo. Tutti
i temi in esso presentati saranno ripresi in seguito, soprattutto da Dante: la
lode della donna, il paragone con i fiori e con gli altri elementi della
natura, (come le stelle), il suo legame con l'Amore, il passaggio per la
strada, la gentilezza, il saluto che ha effetti quasi magici sulle persone, la
virtù assoluta e incontrastabile. La
donna è perfetta non solo dal
punto di vista fisico (secondo una rarefazione degli elementi che abbiamo già
incontrato altrove), ma anche dal punto di vista interiore e spirituale: la sua
presenza genera meraviglia sulla terra, e in particolare ha un effetto salvifico, preparando così l'idea della donna angelo
e della stessa Beatrice nella Vita Nuova.
Nessun uomo può pensare azioni malvagie finché la donna gli è vicino; è da
notare che non si intende in nessun modo parlare di un rapporto o di una
relazione con la donna, ciò che è straordinario è che la sua sola vicinanza e
una relazione che si conclude, essenzialmente, in un saluto comportano il
raggiungimenti di virtù di perfezione.
Vedut'ho la lucente stella diana
Una delle poesie più famose di Guido Guinizzelli è sicuramente questo sonetto, che si costruisce attorno a una similitudine legata
al mondo della natura: la donna amata è paragonata alla stella che annuncia
l'arrivo del giorno, e che poi lentamente si trasforma nella figura della donna
stessa, che il poeta osserva sospirando, secondo le modalità di rappresentazione
tipiche dello stilnovo. Tutto il tema, quindi, si riflette in un rimando tra le
due forme e le due bellezze, che risplendono l'una nell'altra.
Approfondisci: leggi i nostri temi svolti di letteratura e attualità per superare i compiti in classe
Approfondisci: leggi i nostri temi svolti di letteratura e attualità per superare i compiti in classe
O caro padre meo, de vostra laude
Il sonetto è interessante perché dedicato a Guittoned'Arezzo, a testimonianza di un legame tra la scuola toscana e lo Stil Novo molto meno netto di quello che vogliamo a credere. Si tratta quindi di un
sonetto-tenzone, vale a dire un testo in cui Guinezzelli si mette alla prova
con la tecnica del maestro e quindi abbonda di manierismi divario tipo, oltre
che impiegare uno stile confacente.
La foto è tratta da Pixabay.com
La foto è tratta da Pixabay.com