La vita, le opere e il pensiero di Giacomo Leopardi in un riassunto veloce e immediato per preparare interrogazioni e compiti
Oggi parleremo della vita e delle opere di Giacomo Leopardi, una delle voci più significative non solo
della letteratura italiana, ma della letteratura mondiale di tutti i tempi, argomento di indiscutibile importanza, dunque, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, oltre che nelle università.
Proponiamo prima un riassunto con gli episodi più importanti della sua vita,
utili a capirne il pensiero, che troverete approfondito in questo speciale, e poi una cronologia delle opere principali, tralasciando - come si suol fare - quelle meno importanti. Veniamo al dunque.
La vita di Giacomo Leopardi
Giacomo Leopardi nasce a
Recanati, nelle Marche, che all'epoca appartenevano allo Stato Pontificio, il
29 giugno del 1798. È il primo di cinque figli. Il padre, il conte Monaldo Leopardi,
è un reazionario esponente della nobiltà del suo secolo; era tuttavia un uomo
curioso, amante della cultura, tanto che istituì una biblioteca, visitabile
tutt'oggi, aperta il pubblico presso il proprio palazzo. Per comprare i libri
spesso aveva speso somme ingenti, tanto che la moglie, Adelaide Antici, aveva
dovuto prendere in mano la gestione del patrimonio famigliare. Se Monaldo era
tutto sommato un padre partecipe, interessato all'educazione dei figli, che
aveva fatto studiare Giacomo assieme a Carlo e a Paolina (un atto avveniristico
per quel tempo), Adelaide fu una madre molto meno presente, poco affettuosa,
preoccupata, anche giustamente, del bilancio famigliare.
Giacomo Leopardi si rivela sin da subito un bambino precocissimo. Scrive versi, dissertazioni, traduce; disegna, persino. Il precettore privato scrive al padre rifiutandosi di fare ancora lezione a Giacomo, perché il bambino lo corregge continuamente. Si interessa a molti campi del sapere, spesso con un precoce istinto da filologo, che lo porta a cogliere il senso della tradizione manoscritta e a stampa. Parla numerose lingue (latino, greco, francese, tedesco...) e impara l'ebraico da solo confrontando una Bibbia trilingue in latino, greco ed ebraico appunto. Sviluppa forse un tipo di lettura fotografico; è certo che abbia quanto meno sfogliato tutti i libri della biblioteca paterna. Sono questi gli anni che poi lui chiamerà i "sette anni di studio matto e disperatissimo".
Sin da subito, però, si manifestano i segni della malattia, che gli diedero, secondo Sebastiano Timpanaro, "una coscienza particolarmente precoce e acuta del pesante condizionamento che la natura esercita sull'uomo come essere fisico". Nel 1819, in particolare, si intensificò la malattia agli occhi. In quello stesso anno tenta la fuga, non riuscita, da Recanati. La fuga è espressione della volontà di aprirsi al mondo e di conoscere ciò che stava fuori da Recanati, come gli aveva insegnato il rapporto con Pietro Giordani, iniziato nel 1817.
La vita di Giacomo Leopardi conosce un momento importantissimo tra il 1822 e il 1823, anno durante il quale esce finalmente dal "natio borgo selvaggio" e soggiorna a Roma; tale esperienza, però, si rivela una forte delusione. A partire dal 1825 è a Milano (dove conosce tra l'altro Vincenzo Monti), a Bologna, a Firenze. Nel 1828 si trasferisce a Pisa e poi ritorna a Recanati: è questo il periodo dei cosiddetti canti pisano-recanatesi. Nel 1830 parte per Firenze, lasciando per sempre il paese in cui era nato e cresciuto; lì incontra Fanny Targioni Tozzetti, cantata poi come Aspasia. L'anno successivo incontra Antonio Ranieri, che gli rimarrà accanto fino alla morte, con lui si trasferisce a Napoli nel 1833. Muore a Napoli il 14 giugno del 1837.
Approfondisci: leggi i nostri riassunti di letteratura italiana su Giacomo Leopardi
Giacomo Leopardi si rivela sin da subito un bambino precocissimo. Scrive versi, dissertazioni, traduce; disegna, persino. Il precettore privato scrive al padre rifiutandosi di fare ancora lezione a Giacomo, perché il bambino lo corregge continuamente. Si interessa a molti campi del sapere, spesso con un precoce istinto da filologo, che lo porta a cogliere il senso della tradizione manoscritta e a stampa. Parla numerose lingue (latino, greco, francese, tedesco...) e impara l'ebraico da solo confrontando una Bibbia trilingue in latino, greco ed ebraico appunto. Sviluppa forse un tipo di lettura fotografico; è certo che abbia quanto meno sfogliato tutti i libri della biblioteca paterna. Sono questi gli anni che poi lui chiamerà i "sette anni di studio matto e disperatissimo".
Sin da subito, però, si manifestano i segni della malattia, che gli diedero, secondo Sebastiano Timpanaro, "una coscienza particolarmente precoce e acuta del pesante condizionamento che la natura esercita sull'uomo come essere fisico". Nel 1819, in particolare, si intensificò la malattia agli occhi. In quello stesso anno tenta la fuga, non riuscita, da Recanati. La fuga è espressione della volontà di aprirsi al mondo e di conoscere ciò che stava fuori da Recanati, come gli aveva insegnato il rapporto con Pietro Giordani, iniziato nel 1817.
La vita di Giacomo Leopardi conosce un momento importantissimo tra il 1822 e il 1823, anno durante il quale esce finalmente dal "natio borgo selvaggio" e soggiorna a Roma; tale esperienza, però, si rivela una forte delusione. A partire dal 1825 è a Milano (dove conosce tra l'altro Vincenzo Monti), a Bologna, a Firenze. Nel 1828 si trasferisce a Pisa e poi ritorna a Recanati: è questo il periodo dei cosiddetti canti pisano-recanatesi. Nel 1830 parte per Firenze, lasciando per sempre il paese in cui era nato e cresciuto; lì incontra Fanny Targioni Tozzetti, cantata poi come Aspasia. L'anno successivo incontra Antonio Ranieri, che gli rimarrà accanto fino alla morte, con lui si trasferisce a Napoli nel 1833. Muore a Napoli il 14 giugno del 1837.
Approfondisci: leggi i nostri riassunti di letteratura italiana su Giacomo Leopardi
Le opere di Giacomo Leopardi
Riportiamo solo le opere più
significative di Giacomo Leopardi, che scrisse, invece, un numero davvero considerevole di
testi.
1813: Storia dell'Astronomia.
1815: Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, traduzione degli Idilli di Mosco e della Batracomiomachia (in quell'occasione
contesta la paternità omerica dell'opera, secondo un'intuizione che si rivelerà
corretta).
1816: traduzione del I libro dell'Odissea e del II dell'Eneide; Lettera alla Biblioteca Italiana (mai pubblicata).
1817: compone il Primo amore, che poi entrerà a far parte
dei Canti. Inizia lo Zibaldone, il
diario che con intensità differenti terrà fino al 1832.
1818: Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica; compone All'Italia e Sopra il monumento di Dante.
1919: scrive i primi idilli,
conclude le canzoni. Concepisce le Operette
morali.
1824: pubblica le dieci Canzoni come opera autonoma.
1827: pubblica le Operette morali
e la Crestomaziona italiana.
1828: compone alcuni canti
fondamentali, come A Silvia e il Risorgimento.
1831: Paralipomeni alla Batracomiomachia. Esce l'edizione fiorentina dei Canti.
1835: Nuova edizione dei Canti.
1836: Compone Il tramonto della luna e La ginestra.
Approfondisci: leggi i nostri temi svolti d'italiano per superare brillantemente i compiti in classe
Vita e opere di Giacomo Leopardi sono state riassunte in maniera decisa proprio per consentirvi di apprendere velocemente quanto necessario su questo autore: ricordate, però, di leggere anche i nostri approfondimenti - segnalati nel corso del post -, perché l'argomento è importantissimo e non può essere certo liquidato studiando semplicemente questo riassunto.
La foto è tratta da Pixabay.com
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Vita e opere di Giacomo Leopardi sono state riassunte in maniera decisa proprio per consentirvi di apprendere velocemente quanto necessario su questo autore: ricordate, però, di leggere anche i nostri approfondimenti - segnalati nel corso del post -, perché l'argomento è importantissimo e non può essere certo liquidato studiando semplicemente questo riassunto.
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