Riassunto con commento e analisi del Sermone sulla mitologia di Vincenzo Monti per preparare interrogazioni e compiti in classe
Il sermone Sulla mitologia è un'opera di Vincenzo Monti di cui quest'oggi vi forniremo analisi e commento per preparare interrogazioni e compiti in classe. Partiamo chiaramente dalle basi: il sermone Sulla mitologia è un epitalamio di 209 endecasillabi sciolti, cioè non rimati tra loro. L'epitalamio è un componimento d'occasione, in particolare per un matrimonio: uno degli epitalami più famosi è Il gelsomino notturno di Giovanni Pascoli. Il testo fu composto nel 1825, quasi di getto e poi rivisto con aggiustamenti superficiali, in occasione del matrimonio della marchesa Antonietta Costa di Genova, che aveva molto insistito perché il poeta glielo scrivesse.
Questa è senz'altro un'introduzione che vi servirà per fare una bella analisi del Sermone di Monti, ma non è sufficiente: in realtà , il tema del matrimonio è per Monti un pretesto, cui accenna solo in alcuni punti (in particolare nei versi 20-32 e poi nel finale, ma con altri brevi intermezzi). Il vero tema del testo è la mitologia, o meglio, una critica molto pesante nei confronti della poesia romantica e del suo tentativo di superare l'attaccamento della poesia neoclassica per la mitologia; da questo punto di vista il testo è estremamente interessante per riflettere sul rapporto tra Neoclassicismo e Romanticismo.
L'idea di Monti è quella di fare riferimento allo stile delle Epistole di Orazio, da cui appunto l'accezione di "sermone"; riferimenti più vicini sono di sicuro testi abbastanza similari di Schiller e Leopardi. Se si volesse tentare un riassunto del testo, esso consterebbe in una serie di spunti mitologici, in una carrellata di personaggi (tra cui Dafne, Narciso, gli eroi omerici, gli dei) giustapposti tra loro, di cui Monti dichiara la superiorità e da cui non ci si può separare per comporre poesia. Lo spirito tedesco viene chiamato in vari modi spregiativi (tra cui "austero Genio ispiratore / delle nordiche nenie") ed è ritenuto responsabile della fine della sensibilità nel confronto del mondo classico della mitologia, unica e preziosa fonte di ispirazione. Così Monti riassume, a suo dire, i dettami della poesia romantica:
"Fine ai sogni e alle fole, e regni il Vero" (v. 85).
Per comprendere il tono, e quindi per un corretto commento e un'analisi completa del Sermone di Monti, riportiamo il breve (vv. 133-137) brano cin cui Monti si rivolge ad Ettore e a Patroclo:
Ombra del grande Ettorre, ombra del caro
d'Achille amico, fuggite, fuggite,
e povere d'orror cedete il loco
ai romantici spettri. Ecco, ecco il vero
mirabile dell'arte, ecco il sublime.
Nel complesso, quindi, il testo è significativo della produzione poetica di Monti, ormai negli ultimi anni incapace di un vero approfondimento delle tematiche proposte e di lasciarsi andare alla nuova sensibilità , sia delle controversie presenti in Italia a proposito del nuovo stile romantico. Proprio contro testi come questo si scaglia Madame de Stael, quando critica le forme e i contenuto della letteratura italiana a lei contemporanea.
Ora avete a disposizione riassunto con commento e analisi del Sermone di Vincenzo Monti: studiate bene e le interrogazioni saranno una passeggiata!
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