Si scrive "finora" o "fin'ora"? Perché una di queste due forme oggi va scartata?
Succede spesso di trovarsi dinanzi a problemi come questo: si scrive "fin'ora" o "finora"? Il dubbio grammaticale può essere risolto con facilità, almeno per chi ha notato l'affinità della parola con "tuttora", che - lo ricordiamo - va scritto senza apostrofo.
Risolviamo la questione, partendo dai suggerimenti di una nota accademia, quella della Crusca, che, nata a Firenze tra il 1582 e il 1583 e autrice di un vocabolario che ha avuto ben cinque edizioni (di cui l'ultima, bloccata dal ministro Gentile nel 1923, si è fermata alla "o"), è da sempre punto di riferimento in ambito lessicale.
Risolviamo la questione, partendo dai suggerimenti di una nota accademia, quella della Crusca, che, nata a Firenze tra il 1582 e il 1583 e autrice di un vocabolario che ha avuto ben cinque edizioni (di cui l'ultima, bloccata dal ministro Gentile nel 1923, si è fermata alla "o"), è da sempre punto di riferimento in ambito lessicale.
In uno dei tanti interventi che è possibile leggere sul suo sito sono date delle indicazioni ben precise su questo tipo di parole. L'Accademia, infatti, non solo sottolinea che "finora" va scritto senza apostrofo - così è preferibile, si legge, nell'italiano attuale -, ma si sofferma anche su una serie piuttosto consistente di lemmi, da "abbastanza" a "talora", passando per "talvolta" e non solo; suggerisce, poi, una lista di parole che possono essere scritte sia con sia senza apostrofo (tra le quali, ovviamente, "finora" non compare).
Ma perché va scritto senza apostrofo? Partiamo da "fin ora", in cui - lo sottolineiamo - "fin" è frutto di troncamento e non di elisione: la parola, infatti, può comparire così scritta dinanzi ad altri nomi (qui troverete tutti i dettagli sulla differenza tra i due fenomeni); detto questo, la forma "finora" va giustificata con l'univerbazione, fenomeno che caratterizza pure i già citati "talvolta", "tuttora", "talora" e molte altre parole di cui oggi spesso non si notano più le componenti originarie ("pomodoro", per esempio, deriva da "pomo d'oro").
Occhio, insomma, a scrivere "finora": non esistono alternative valide nell'italiano attuale.
Ma perché va scritto senza apostrofo? Partiamo da "fin ora", in cui - lo sottolineiamo - "fin" è frutto di troncamento e non di elisione: la parola, infatti, può comparire così scritta dinanzi ad altri nomi (qui troverete tutti i dettagli sulla differenza tra i due fenomeni); detto questo, la forma "finora" va giustificata con l'univerbazione, fenomeno che caratterizza pure i già citati "talvolta", "tuttora", "talora" e molte altre parole di cui oggi spesso non si notano più le componenti originarie ("pomodoro", per esempio, deriva da "pomo d'oro").
Occhio, insomma, a scrivere "finora": non esistono alternative valide nell'italiano attuale.