Come si dice? "Lo voglio bene" o "gli voglio bene"? Ecco un errore che dovrete assolutamente evitare quando parlate.
Si dice "lo voglio bene" o "gli voglio bene"? Questo è senz'altro uno di quei dubbi che dovete fugare ad ogni costo: sbagliare pronome personale non vi farà fare una bella figura, visto che parliamo di un erroraccio ingiustificabile (se dovessimo stilare una sorta di classifica, diciamo pure che questo errore è peggiore rispetto a "Gli dico" rivolto a una ragazza). Vediamo subito perché.
"Volere bene" non regge il complemento oggetto ma il complemento di termine: questo significa che "si vuole bene a qualcuno" e non semplicemente *qualcuno; direte, perciò, "voglio bene a Mario" e non *voglio bene Mario: fin qui dovremmo essere tutti d'accordo e non dovrebbero esserci influenze dialettali di alcun tipo che possano indurvi all'errore.
Precisato che "a Mario" è complemento di termine, bisogna ora chiedersi quale sia il pronome personale che lo sostituisce, ed è per questo che vi segnaliamo il nostro approfondimento sui pronomi con tanto di specchietto riassuntivo: "lo" funge da oggetto e non da complemento di termine, a differenza di "gli", che, invece, non assolve mai la prima funzione.
La situazione è dunque chiara: alla domanda "si dice lo voglio bene o gli voglio bene?" dovrete rispondere proponendo come corretta "gli voglio bene". Si tratta di uno di quegli errori che rientrerebbe senz'altro nella top ten degli strafalcioni che abbiamo scritto qualche tempo fa: occhio, perciò, a non sbagliare e a dire, ovviamente, anche "io le voglio bene" (se riferito al genere femminile) e non *io la voglio bene. Tutto chiaro, vero?