Analisi e commento del testo Alla luna di Leopardi in una spiegazione dettagliata e completa per comprendere a fondo il pensiero del poeta
Forniamo oggi il riassunto,
l'analisi del testo e il commento della poesia Alla
luna di Giacomo Leopardi, calati in tre momenti
fondamentali: qui di seguito, infatti, troverete prima una riflessione sul rapporto fra il poeta e la natura, poi sull'uso dei tempi verbali e infine delle indicazioni di carattere antropologico che vi permetteranno di avere ben chiara la poetica e il pensiero del poeta.
Veniamo subito al dunque, partendo proprio dal rapporto con la natura. Leopardi, da buon poeta romantico, recupera quel rapporto di reciproca empatia tra l'uomo e la natura che era elemento imprescindibile della mentalità di greci e latini. Questa fusione simpatetica tra elemento umano e inumano (che verrà variamente intesa ed elaborata dalle correnti successive; una tale romantica comunione di sentimenti ha infatti poco o nulla a vedere con il panismo dannunziano o con il paesaggio d'anima verista), intrisa di psicologismo e melodramma, permette a Leopardi di proiettare i suoi personalissimi affanni e le sue angosce sul primo elemento del paesaggio che gli capita a tiro; nel caso specifico, la luna. Questo satellite inerte e opaco diventa per il poeta una figura amica, quasi materna, che non solo carpisce e accoglie i dolori del giovane Giacomo ma, nella sua interminabile danza attorno alla terra, li prova essa stessa, li esperisce sulla sua pelle.
Approfondisci: leggi il nostro riassunto sul pessimismo di Leopardi
Veniamo subito al dunque, partendo proprio dal rapporto con la natura. Leopardi, da buon poeta romantico, recupera quel rapporto di reciproca empatia tra l'uomo e la natura che era elemento imprescindibile della mentalità di greci e latini. Questa fusione simpatetica tra elemento umano e inumano (che verrà variamente intesa ed elaborata dalle correnti successive; una tale romantica comunione di sentimenti ha infatti poco o nulla a vedere con il panismo dannunziano o con il paesaggio d'anima verista), intrisa di psicologismo e melodramma, permette a Leopardi di proiettare i suoi personalissimi affanni e le sue angosce sul primo elemento del paesaggio che gli capita a tiro; nel caso specifico, la luna. Questo satellite inerte e opaco diventa per il poeta una figura amica, quasi materna, che non solo carpisce e accoglie i dolori del giovane Giacomo ma, nella sua interminabile danza attorno alla terra, li prova essa stessa, li esperisce sulla sua pelle.
Approfondisci: leggi il nostro riassunto sul pessimismo di Leopardi
Questa voluta commistione tra ciò che
appartiene alla natura e ciò che pertiene, per diritto, allo spirito
si riflette sul piano sintattico e su quello semantico, con
un'insistita confusione tra predicati e reggenze. Nel verso sesto
tremulo si confonde con nebuloso,
sia per significato - i due aggettivi esprimono un percepire
egualmente distorto perché in entrambi i casi un ostacolo si
frappone tra l'osservato e l'osservatore; la differenza sta nella
posizione che assume questo schermo fastidioso: nel caso di
“nebuloso” il velo avvolge l'oggetto osservato, mentre nel caso
di “tremulo” sono gli occhi commossi del soggetto osservante che
ne impediscono la visione oggettiva e diretta. L'effetto che si crea
è uno solo però: un medesimo gioco di distorsioni e allucinazioni –
sia per accordo con il sostantivo: chi trema? La vista o la
luna? Chi è nebulosa? Dopo un'attenta analisi logica e testuale il
dubbio si scioglie con buona dose di sicurezza, ma ad una prima
lettura l'inganno affabulatorio del poeta tiene, eccome.
Ma continuiamo con l'analisi del testo di Alla luna. Lo scambio reciproco di attributi
continua nel verso ottavo con una più facile personificazione:
la luna non ha più una faccia – termine ambiguo e
polivalente, che nel linguaggio comune può identificare il viso di
una persona come il lato di un oggetto inanimato senza dover chiamare
in causa particolari procedimenti retorici – ma un volto,
tratto invece tipicamente umano. E assieme ad un volto il satellite
dovrà pur avere un paio di occhi per piangere con il poeta, e forse
un cuore palpitante e contrito, che sobbalza e sussulta al ritmo
cardiaco di Leopardi, e - perché no? - anche un'anima!
Pure si notino, sempre in questo senso,
i due aggettivi connotati in senso affettivo con cui il poeta
apostrofa generosamente l'amica luna: graziosa (v.1)
e diletta
(v.9). Si pensi all'alone di spiritualità che contorna
proverbialmente questo secondo termine e al suo più famoso uso nella
letteratura religiosa (parliamo, per chi non fosse avvezzo a certi
temi, del battesimo del Cristo durante il quale Dio stesso dona al
suo figliolo l'appellativo di diletto).
Rapporto coi tempi verbali: analisi testuale di Alla luna
Fermiamoci un
secondo a riflettere sui tempi verbali della poesia Alla luna. Nella scrittura lirica nulla
è dato al caso, nemmeno i tempi ai quali vengono coniugati i verbi.
Il componimento si apre e chiude al presente semplice; dopo i
primi due versi tuttavia il lettore incontra l'imperfetto
(attenzione all'uscita arcaica di -a, valida sia per la prima
che per la terza persona: venia sta per venivo, sorgea
per sorgeva) tempo della nostalgia e del rimpianto, del
ricordo caro e sentito: indice, questo, di uno slittamento
temporale all'indietro o, usando un termine calzante, di un
flashback. Il poeta rievoca gli eventi che cadevano
esattamente un anno prima (ricordi perciò stimolati dalla ricorrenza
temporale occasionale) quando, pieno di grevi lacrime, cercava
conforto nel volto rassicurante della luna.
Anche allora la
luna se ne stava appesa lì, vezzeggiata e bellissima, a rischiarare
la selva tutta coi suoi raggi fitti argentei. Ed il poeta faticava a
distinguerne la forma e i confini come fatica ancora, per quel pianto
amaro che quasi lo acceca. L'episodio è maneggiato dal poeta come
fosse una delicata bolla dalle pareti delicate e vibranti: al nono
verso, in posizione centrale, c'è un trasformazione di tempi
verbali, che reimposta l'orologio al presente. Una chiusura
perfettamente circolare (come circolare è la luna piena), una
sovrapposizione temporale nitida e circostanziata per un ricordo che
è tutt'altro: nebuloso, dai bordi frastagliati. Una concezione
temporale ciclica – diremmo noi quasi nietzschiana - che
prevede, con una certa paradossale rassicurazione, il ritorno degli
stessi affanni e delle stesse misure e contromisure escogitate dal
poeta per resistervi.
Riflessione antropologica: commento degli ultimi versi di Alla luna
Una riflessione ai quattro versi di chiusura del componimento per concludere la nostra spiegazione e il nostro commento di Alla luna. In questi
il poeta ripone un frammento importante della sua filosofia; vado a
parafrasarli: in gioventù, quando si ha davanti un lungo
corso per la speranza e dietro un breve tratto di memoria, com'è
gradito il ricordo di ciò che è passato, sebbene triste e il
dolore perduri nel presente.
Ecco qui riassunta
l'idea di Leopardi per il corso della felicità umana, che verrÃ
approfondita dall'autore nel corso di tutta la sua Opera: quando si è
giovani e si soffre il dolore è mitigato dall'aspettativa per ciò
che verrà , mentre il bagaglio di rancori e sofferenze è ancora
leggero e tollerabile. Nell'età adulta questa situazione è
diabolicamente ribaltata e le tenui speranze per un domani migliore
non bastano a calmare i tormenti di un passato crudele. Per meglio
comprendere il punto, facciamo un esempio: quando s'intraprende un
viaggio certamente l'andata risulta più sopportabile del
ritorno, perché la mente è rivolta a quei luoghi fantastici che
stiamo per incontrare e quei giorni memorabili che ci aspettiamo di
vivere ci distraggono dai disagi del viaggio. Così è la vita.
Approfondisci: leggi i nostri riassunti di letteratura italiana per preparare compiti e interrogazioni
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Sarà poi nella
fase più nera del pessimismo che Leopardi ci informerà che le
nostre speranze saranno comunque disattese, l'appagamento dei
desideri non avrà quel sapore divino che noi ci siamo figurati e che
il massimo del piacere lo trarremo proprio durante l'attesa...
Alla luna di Leopardi è un testo bellissimo che va capito fino in fondo per scoprire tutto il pensiero del poeta: la speranza è che questo commento con analisi e spiegazione del testo vi abbia aiutato davvero.
La foto è tratta da Pixabay.com
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